320 COMMEMORIGLI, LIBRO X. stessa ogni suo diritto sulla metà della dote di Alda mentovata e verso il Carrarese ed i costui eredi. Ciò per avergli Venezia fatto fornire 600 moggia di sai grosso, che confessa di avere ricevuto. Fatta nel convento di S. Maria dei Crociferi in Venezia. — Testimoni: Giovanni da Como dottore di decreti abate in S. Andrea di Mantova, Pietro del fu Giovanni Contarmi, Marco del fu Giovanni de’ Marchi de Veruculo, Giovanni del fu Giovanni degli Emili da Brescia, ambi dottori di leggi, ed il nob. Enrico del fu Bartolomeo Bartolomei da Crema. — Atti Francesco del fu Giovanni del Bosco segretario del Gonzaga, e Guglielmo de’ Vincenti. 38. — (1406), ind. XV, Dicembre 24. — c. 31. — Ducale resposiva al n. 34. Si esprimono sensi di letizia per 1’ onore toccato a Venezia di avere un suo figlio pontefice, lo si felicita e si raccomanda lo Stato al suo affetto. V. Fl. CORNELII, op. cit.. XIII, 61. 39. — (1406). ind. XV, Dicembre 24. — c. 31 t.° — Ducale al collegio dei cardinali. Espressa 1’ esultanza di Venezia per 1’ elezione d' un suo figlio a pontefice, si ringrazia per 1’ onore fatto alla medesima (v. n. 36). V. Fl. Corneui, op. cit., XIII, 63. 40. — (1406), ind, XV, Dicembre 24. — c. 31 t.° — Ducale al senatore ed al popolo di Roma. Espressi sensi di fraternità e di venerazione per la sede della cristianità, e di esultanza per la elezione d’ un pontefice veneziano, si raccomandano gli ambasciatori che la veneta Signoria manderà al papa, i quali sono incaricati di fare omaggio anche al senatore (v. n. 34). V. Fl. C-ornelii, op. cit., XIII, 64, 4L — s. d. (1406) — c. 35 t.° — Brano di ducale che conferisce il carico di priore dell' ospizio della Cà di Dio a Nicolò del fu Antonio Orsato, eletto a quel-1' uffizio dopo la morte del priore Francesco de Federico. 42. — 1407, ind. XV, Marzo 17. — c. 40. — Pietro Arimondo e Francesco Cornaro procuratori del doge e del comune di Venezia, ed Azzone Francesco del fu cav. Giovanni di Castelbarco di Dosso maggiore, per sè e qual rappresentante di Guglielmo del fu Tomaso di Castelbarco (procura in atti di Giovanni del fu Francesco di Montagna), pattuiscono : I due Castelbarco coi loro eredi e successori si dichiarano buoni figli, servitori, aderenti e raccomandati del comune di Venezia ; si adopreranno perciò in ogni occasione a vantaggio del medesimo, e ad ogni richiesta di esso daranno o vieteranno il passo pei propri territori ad armati e genti e cose, e faranno pace o guerra o trattati. Venezia all’ incontro guarentisce ai due signori e loro successori i rispettivi domini, promettendo, in caso fossero attaccati da nemici non provocati, o provocati con licenza di quella, un soccorso fino al numero di 80 lancie e di 200 fanti fra tutti e due, a spese della medesima ; ed egual quantità di milizie o più sarà loro spedita ogni volta che la Signoria volesse invi-