262 COMMEMORIALI, LIBRO IX. n. 109, occorrendogli prima certe informazioni sui luoghi che esso e il duca di Milano devono depositare in mano di Carlo Malatesta. Di tal necessità ebbe a far parola, quando fu a Venezia, col cancelliere Guglielmo (de’ Vincenti), e a Ferrara con un famigliare del Malatesta (v. n. 127 e 151). Data a Mantova. V. Verci, op. cit., XVIII, Doc., p. 6. 1398, Luglio 17. — V. 1398, Settembre 30. 126. — (1398), Luglio 22. — c. 46. — Carlo VI re di Francia al doge e al comune di Venezia. Esposto il pericolo da cui sono minacciati l’impero di Costantinopoli ed i paesi cristiani d’Oriente, chiede il concorso di quella per rintuzzare la possanza invadente dei turchi, mentre esso, impedito dalle cure per la riunione della Chiesa, non può ora far quello vorrebbe. Promette pel prossimo anno un forte intervento a favore dell’impero greco. Intanto raccomanda il cavaliere Nicolò Notara inviato dall’imperatore a chieder soccorsi a principi europei (v. n. 120). Data a Parigi. 127. — 1398, Luglio 28. — c. 44 t.° — Gian Galeazzo duca di Milano risponde a lettere ducali, accettando la proposta di prolungazione, fino alla fine di Settembre, della tregua stipulata da esso duca e suoi collegati con Venezia e suoi aderenti, tregua che doveva spirare 1’ 11 del detto mese (v. n. 109 e 139). Data a Pavia (v. n. 125). 128. — 1398, ind. VI, Luglio 28. — c. 75 t.° — Gerardo de’ Boiardi, per sè e pei suoi fratelli Ugo, Francesco, Pietro e Maffeo del fu Selvatico de’ Boiardi di Rubiera, e per Nicolò e Guido del fu Feltrino de’ Boiardi, in seguito alla ratificazione n. 117, ratifica la tregua n. 109. Fatto nel vescovado di Ferrara. — Testimoni: Antonio del fu Nicolò Zangi-rardini, mastro Uguccione del fu Graziadio de’ Macii e Bartolameo figlio di mastro Ottolino ambi drappieri, tutti di Ferrara. — Atti Rinaldo del fu Maso de Conte not. imperiale. 129. — (1398), ind. VI, Agosto 3. — c. 48 t.° — Il re di Sicilia primogenito d’Aragona, al doge. In risposta ad ambasciata fattagli dal notaio veneto Francesco Beaciani, assicura che, quantunque l’ammiraglio del regno abbia un diritto sulle cose ricuperate dai naufragi, farà che nel caso della nave veneziana naufragata all'isola di Malta vi rinunzì, e che i danneggiati in quel disastro riabbiano quanto si ritroverà. Incaricò il gran giustiziere del regno di procedere contro i nobili di Moncada già suoi ribelli, ora tornati all’ obbedienza, per riconoscere se abbiano a risarcire i veneziani pei danni che questi pretendono aver ricevuto da quelli. Data a Nicosia (Sicilia).