DOGE ; ANDREA CONTAKINI. 155 (Tarlata) di Pietra Mala, di S. Agata ; Tomaso (Orsini) detto di Monopoli, di S. Maria in Domnica. (1) Cancellati. — (2) Postilla aggiunta. 117. — 1382, ind. V, Gennaio 1. — c. 62 (64) t.° — Filippo di Alencon card, vescovo di Sabina e patriarca di Aquileia, nomina suo procuratore Artico del fu Francesco da Udine, per esigere la somma mentovata nel n. 137. Fatto nel palazzo patriarcale di Cividale. — Testimoni : mastro Matteo de San-ctogemino (da S. Geminiano?) dottore di medicina, mastro Ugo di Hervorst (o Iler-riorst) decano della chiesa dei SS. Apostoli di Colonia ed Egidio Ledoulie di Rouen cancellieri, Filippo de Vie tesoriere e Rochino di Castelnuovo paggio del patriarca. — Atti come al n. 8. 118. — 1382, Gennaio 2. — c. 48 (50). — Lodovico re d’Ungheria al doge e al comune di Venezia. Credenziale a favore di Stefano detto Gzicher segretario e protonotario regio (v. n. 111). Data a Dyosgyòr. V. Ljubió, op. cit,, doc. CCLIV. — Mon. Hung. ìiist., Acta ext., 11, doc. 224. 119. — (1382), ind. V, Gennaio 8. — c. 45 (47). — Marino Memmo podestà e capitano a Capodistria, al doge. Vergerio Vergerio, Giovanni de’ Bratti, Tolfo di Alessio, Nicolò Guerra, Giovanni Belgramoni, ed altri che nella passata guerra si allontanarono, sono ritornati, chiesero perdono e promisero perpetua fedeltà a Venezia. Pochi ancora e di nessuna considerazione sono i lontani. Il Memmo accolse i reduci con buone parole. Baccomanda il Bratti, che chiese restituzione di certi oggetti tolti a sua madre. Data a Capodistria. 120. — 1382, ind. V, Gennaio 9. — c. 53 (55). — Pantaleone Barbo ambasciatore veneto all’ imperatore di Costantinopoli, delegato alla consegna dell’ isola di Tenedo, al nobile cav. Bonifacio di Piossasco commissario di Amedeo conte di Savoia. Dichiara protestando al medesimo commissario : essere stato pronto ad eseguire il proprio mandato, ma che il bailo e capitano di detta isola Giovanni Muazzo rifiutò di obbedire agli ordini della veneta Signoria e non volle far la consegna ; avere esso Barbo, dopo replicate intimazioni, protestato contro la disubbidienza del bailo e del presidio dell’ isola ; non essere perciò nè la veneta Signoria nè esso delegato colpevoli della non avvenuta consegna. Fatto sulla galea di Iacopo Vizzamano sopracomito. — Estratta dal protocollo di Ulmerio de Brevilio da Vigone notaio publico (v. n. 121). 121. — 1382, ind. V, Gennaio 10. — c. 53 (55) t.° — Il nob. Benedetto della Torre procuratore del comune di Genova, intima a Pantaleone Barbo delegato veneto, con Giovanni Muazzo, alla consegna di Tenedo a Bonifacio di Piossasco (vedi num. 120) di fare la consegna stessa, protestando altrimenti pei danni ridondanti a