180 COMMEMORALI, LIBRO Vili. grossi 12 ciascuna, sequestrate a danno di mercanti veneziani a Castelnuovo (di Quero?)nel Trivigiano mentre venivano a Venezia; similmente per altri legnami fermati nel distretto di Belluno, e per sei zattere trattenute presso il detto Castelnuovo, ove pure stavano con loro merci vari tedeschi, impediti di venire a Venezia dagli ufficiali del Carrarese. Quest’ ultimo dichiarò che risponderà dopo avuta precisa informazione delle cose. Il Vido, visto che lo si voleva menar in lungo con parole, protesta per danni e spese ridondanti a’ suoi committenti e ad altri, e che Venezia provvederà alla tutela de’ propri interessi come meglio crederà; e non potendo fare tale protesta al predetto signore, che si diceva malato, la fa davanti a Francesco suo figlio, e ad Antonio de’ Cecchi dottor di leggi, vicario del signore medesimo. Fatto in Padova, nella cancelleria del Carrarese. — Testimoni: il cav. Arcoano Buzzaccarini, Cecco da Leone, Turchetto giurisperito, Nicolò di Alessio cancelliere del Carrarese, tutti di Padova. Il predetto vicario risponde : non assentire alla protesta ; rivolgansi i danneggiati ai magistrati dipendenti dal suo signore, il quale non aveva, relativamente al Trivigiano, trattati con alcuno. Il Vido dichiara di non poter accettare, nè assentire a tale risposta. Atti Giovanni di Andalò del fu Pietro not. imp. e scriv. ducale. 226. — (1386), ind. IX, Giugno 15. — c. 109 (112) t.° — Fernando patriarca di Gerusalemme, nunzio apostolico, vicario generale della chiesa d’Aquileia, governatore del Friuli per la S. Sede, nomina suo procuratore Giovanni di Montegranario dottor di leggi, per esigere quanto è dovuto alla detta chiesa da Venezia, dai vescovi di Padova, Treviso, Ceneda, Mantova e da altri, giusta le bolle di papa Urbano VI, con facoltà di transigere ecc. (v. n. 218 e 227). Fatto nel palazzo patriarcale di Udine. — Testimoni: Pietro eletto vescovo di Salamanca, Giovanni da Valenza giurisperito ed Alvaro da Cordova cappellano del detto patriarca. — Atti Paolo de’ Braccieri da S. Geminiano not. imp. 227. — 1386, ind. IX, Giugno 22. — c. 109 (112) t.° — Il procuratore nominato nel n. 226, dichiara di avere ricevuto da Triadano Gritti, Giovanni Memmo e Marco Veniero ufficiali alle rason vecchie, lire 65, s. 12, den. 6, gr. 3 a oro per la rata di Marzo, e lire 32, s. 16, den. 3, gr. 1, per la rata di Luglio della corrispon-sione mentovata nel n. 9. Fatto nella camera dei detti ufficiali in Venezia. — Testimoni diversi già nominati in documenti analoghi. — Atti Pietro del fu Francesco della Costa not. imp. 228. — (1386), Luglio 20. — c. 113 (116) t.° — Guglielmo di Raimondo di Moncada conte di Agosta e di Nocera, vicario generale del regno di Sicilia, alla veneta Signoria. Stando esso pacificamente nel porto di Rodi, una galea veneziana che vi giungeva rispose a’ suoi inviti amichevoli con assalto armato, onde esso, ordinatone l’arresto, trovò che portava ai paesi dei Saracini merci proibite ; tuttavia in omaggio a Venezia lasciò in libertà nave e merci. Sopraggiunte poi due