COMMEMORI ALI, LIBRO IX. veneto Bernardo di Andalò, i primi ingiungono ai secondi di rilasciare quanto questi sequestrarono (per circa ducati 30000) ai veneziani sotto pretesto di rappresaglie già concesse al genovese Domenico Lercari (per fior. Ì830), le quali debbono ritenersi per temporariamente sospese. Data a Genova. 150. — 1398, ind. VI, Dicembre 14. — c. 86 t.° — Il doge, il collegio ed il procuratore della contessa di Veglia (v. n. 148), dichiarati nulli i contratti n. 397 del libro Vili e 6 del presente, pattuiscono: Venezia dà a prestito alla contessa, oltre i 4000 ducati mentovati nel num. 6, altri 7000. In cauzione, la contessa cede il castello di Raspo colle sue dipendenze e diritti, facendone consegna a Francesco Malipiero capitano dei paisanatici, alle condizioni stesse alle quali fu dato in pegno a quella signora dai conti di Gorizia (v. num. 378 del libro Vili). Venezia terrà il castello fino a completa restituzione delle summentovate somme ; la contessa promette però di non rivendicarlo durante la sua vita, salvo il caso che i conti di Gorizia o loro successori volessero ricuperarlo (v. n. 239), Fatto in Venezia nella sala del Maggior Consiglio. — Testimoni: Giovanni Vido cancellier grande, il nob. Nicolò Lombardo ed i notai ducali Nicolò Gerardi e Giovanni Piumaccio. 151. — s. d. (1398). — c. 48. — Consulto dato da Baldo da Perugia dottore d’ambi i diritti sul quesito se, contrafacendo il signore di Mantova alla tregua n. 109, ed osservandola il duca di Milano, abbia il Malatesta facoltà di restituire i fortilizi depositati in sue mani dal Gonzaga, quantunque non ancora spirata la tregua stessa (v. n. 125 e 127). 152. — 1399, ind. VII, Febbraio 10. — c. 85 t.° — Si attesta che Astorre Manfredi vicario generale in Faenza, a richiesta e per volere della veneta Signoria, concluse tregua, da oggi a tutto Luglio e per sei mesi dopo, con Aldobrandino, Obiz-zone e consorti da Polenta (v. n. 153). Fatto nella residenza del Manfredi in Faenza. — Testimoni : il cav. Bizzardo Alidosi, Gherardino Manfredi dottor di leggi, Francesco da Perugia (?) vicario di Astorre suddetto e Cortese di ser Giovanili da Faenza. — Atti Neri di Almerico de’ Bastiani da Faenza not. imp. e cancelliere del Manfredi. 153. — 1399, ind. VII, Febbraio 17. — c. 85 t.° — Si attesta che Aldobrandino ed Anglico da Polenta, per sè e per Obizzo e Pietro, vicari generali per la S. Sede in Ravenna, ad istanza e per volontà della veneta Signoria, conclusero una tregua con Astorre Manfredi, come è detto nel n. 152. Fatto in Ravenna nel palazzo dei da Polenta. — Testimoni: il nobile Ugolino del fu Ricciardello de’ Caminati podestà a Ravenna, Bartolameo del fu Iacopo da Foligno suo giudice, Antonio del fu Giovanni Zuci notaio di Ravenna. — Atti Giovanni del fu mastro Manfredo da Ravenna notaio imperiale e scrivano dei da Polenta.