DOGE ; MICHELE STENO. 343 97. — (1409), Ottobre 7. — c. 83. — Bolla di papa Alessandro V ad perpetuarli rei memoriam. Scioglie il comune di Venezia ed i suoi rappresentanti dal-1’ obbligo di pagare ulteriormente l’annualità di 2000 ducati d’oro eh’ esso comune doveva in forza dei trattati alla chiesa d’Aquileia. Ciò per le benemerenze generali di Venezia verso la religione, e speciali per la difesa non compensata delle provincie aquileiesi contro i loro invasori. Data a Pisa, a. I del pont. (Non. Oct.J. — Firme a tergo : F. da Montepulciano. Zucaro. 98. — (1409), Ottobre 7. — c. 83 t.° — Bolla di Alessandro V papa ad futu-ram rei memoriam. Per motivi analoghi agli esposti nella precedente, decreta che il patriarca di Aquileia e tutti i magistrati ed abitanti di quella provincia debbano opporsi con ogni sforzo al passaggio per la provincia stessa di uomini armati ad offesa di Venezia e dei di lei sudditi e raccomandati; e vieta di dare a tali armati alcuna specie di favore. Data ecc. come nella precedente. 99. — 1409, ind. Ili, Ottobre 8. — c. 107. — Istrumento simile al n. 93, nel quale si dichiara: che Luca da Canale procuratore del doge e del comune di Venezia contò a Bartolameo del Duca 20,000 ducati veneti d’ oro, seconda metà della prima rata accennata nel n. 93, e che il secondo rilasciò al primo piena quitanza per l’intiero pagamento d’ essa prima rata (v. n. 130). Fatto nella casa degli eredi di Ciccarello di Maso di Nicolò in Francavilla. — Testimoni: Angelo di ser Nicolò, Giovanni di NicolòClortici, Giuliano di Iacopo, Ciccarello di Iacopo di Francesco, Andrea di Giovanni di Pietro, Silvestro Cobelli, Francesco di Foscolo, tutti di Francavilla. — Atti Nicolò di Nicolò Nini regio not. in Francavilla. V. Ljubió, op. cit., V, doc. CLXXXVI1I. !00. — 1409, Ottobre 14. — c. 106. — Bolla piccola di papa Alessandro V al doge. Commenda gli ambasciatori speditigli, Pietro Arimondo, Francesco da Molino, Bartolameo Donato e Bartolameo Nani, i quali ora tornano in patria ; esalta i meriti di Venezia e del doge verso la S. Sede e la Chiesa; desidera vivamente di poter impartire in persona la benedizione al popolo veneziano nella basilica di S. Marco. Data a Pisa, a. I del pont. (II id. Oct.J. 101. — 1409, Ottobre 27. — c. 78. — Patente ducale con cui si fa sapere essersi pattuito fra il doge ed Elena vedova di Giorgio Strazimir, faciente anche per suo figlio Balsa: ambe le parti restino nella condizione di possedimenti in cui erano quando la detta signora partì dall’ Albania per recarsi a Venezia ; sarà pace e buona vicinanza fra le parti per un anno. I contraenti giurarono I’ osservanza di quanto precede. V. Ljubió, op. cit., VI, doc. XXXIII.