DOGE : MICHELE STENO. 287 oggidì dai sudditi stessi e da quelli di Margherita madre del re ai veneziani e loro soggetti, salve le azioni personali in via civile pei cittadini dei due stati. Fatto e testimoni come al n. 235. — Atti Bernardo di Giovanni Argoiosi e Guglielmo de’ Vincenti not. imp. e scriv. ducali. 239. — 1402, ind. X, Agosto 20. — c. 134 (133 bis) t.° — Nicolò conte di Veglia e Modrussa, quale figlio ed erede di Anna sorella dei conti Enrico e Giovanni Mainardo di Gorizia, nomina suoi procuratori il nob. Frisone viceconte per intervenire nel contratto n. 241. Fatto in......— Testimoni : Tomaso eletto vescovo di Segna, Alberto di Goslaco, il nobile Giovanni Aspach della Carintia, Ermanno maestro di corte del conte, Francesco Useppi e Antonio di Pietro......da Firenze. 240. — 1402, Agosto 25. — c. 131. — Dichiarazione di Tomaso Mocenigo, simile al n. 232, per l’annualità 1402. 241. — 1402, ind. X, Settembre 5. — c. 131 t.° — Essendo i conti di Gorizia e del Tirolo, in virtù del pagamento accennato nel n. 242, rimasti soli ed assoluti padroni del castello di Raspo, i loro procuratori nominati nel num. 233 vendono e cedono irrevocabilmente a Pietro Cornaro e Lodovico Contarini proc. di S. Marco e a Donato Moro rappresentanti il doge e il comune di Venezia, il castello medesimo con tutti i suoi diritti, territori, pertinenze e giurisdizioni, per 20000 ducati d’oro, 8000 di quali si pagano all’istante ed 11500 sono trattenuti dalla veneta Signoria in estinzione del credito derivatole dal n. 150. Per tale trattenuta, i rappresentanti veneti mentovati dichiarano al procuratore nominato nel n. 239, nulla aver più Venezia a pretendere dal conte di Veglia, ed esso procuratore promette che Margherita sorella del conte medesimo approverà il presente in quanto la concerna (v. n. 243). Fatto nella sede dei camerlenghi di comune in Venezia. — Testimoni: Nicolò Foscari, Nicolò Lombardo, Giovanni del fu Desiderato Broglio, Pietro Garzoni scrivano dei camerlenghi, Antonio de Berto tutti veneziani, Nicolò da Veglia cancelliere del comune di Segna, Nicolò de’ Tamazocchi e Giovanni di Paolo fiorentini, Gaspare della Vaiana da Pisa e Viviano di Ugolino da Pistoia. 242. — 1402, ind. X, Settembre 5. — c. 134 (133 bis). — Il procuratore di Nicolò conte di Veglia (v. n. 239), dichiara di avere ricevuto da Giovanni da Ra-batta e Paolo Leoni procuratori dei conti di Gorizia due. 1500 a saldo dei 13000, pei quali era stato impegnato ad Anna madre di Nicolò suddetto il castello di Raspo (v. n. 378 del libro Vili); essere perciò ormai in pieno e libero possesso d’essi conti di Gorizia il castello medesimo (v. n. 233 e 239). Fatto e testimoni come nel n. 241, trattone il della Vaiana, che qui è scritto della Valona.