DOGE : MICHELE STENO. 353 Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Giovanni Piumaccio canc. grande, e Lorenzo della Sega, Francesco Beaciani ed Alessandro de’ Reguardati, notai imp. — Atti Bernardo del fu Giovanni degli Argoiosi not. imp. V. Ljubió, Monumenta spectantia historiam Slavorum meridionaUum, V, doc. CLXXXIX. 131. — 1411, ind. IV, Luglio 18. — c. 103. — Nicolò Vitturi e Marco Dandolo procuratori del doge e del comune di Venezia, e Gaspare del fu Nicolò della Porta, Vittore del fu Giovanni, notaio, Andrea del fu Nicolò Sblaucliia e Francesco di Giovanni da Montereale procuratori del comune e della gastaldia del castello di Aviano (procura in atti di Francesco del fu Lutufredo di Aviano), pattuiscono : Il comune e gli uomini di Aviano saranno amici, aderenti e raccomandati del comune di Venezia, e nemici di chi vorrà offenderlo. Non daranno ricetto o favore di sorta ai nemici del medesimo, anzi lo assisteranno per quanto starà nelle loro forze ; trattone il caso che, non provocato, movesse guerra alla chiesa di Aquileia. Accoglieranno nel loro territorio le milizie che Venezia mandasse contro i suoi nemici ; le gioveranno in quello potranno, e forniran loro viveri ed altro verso pagamento, ricevendole anche nei luoghi muniti. Dichiarano però di restar soggetti al patriarcato di Aquileia e di voler conservate le proprie consuetudini ed immunità. Le dette milizie in ogni caso non potranno recar troppo gravi disturbi agli abitanti di Aviano e territorio, ed i danni che dessero saranno compensati da Venezia. Questa dovrà difendere i detti abitanti contro chiunque, ed anche contro gli stessi patriarchi di Aquileia che volessero opprimerli senza causa giusta o meritatamente. I detti abitanti passeranno in buona armonia cogli altri collegati ed aderenti di Venezia loro vicini, mentre questi faranno lo stesso. E la presente abbia vigore per 10 anni. Pena all’ infrattore 5000 due. Fatta nella cancelleria ducale di Venezia. — Testimoni tre notai ducali. — Atti come al n. 93. 132. — 1411, ind. IV, Luglio 18. — c. 111. — Ladislao re d’Ungheria e di Napoli, fa sapere di avere ricevuto dal doge e dal comune di Venezia quanto gli era dovuto per la cessione di Zara e degli altri diritti sulla Dalmazia, e ne fa piena e finale quitanza (v. n. 130 e 136). Data nel castello di Sessa. V. Ljubió, op. cit., V, doc. CXCII. 133. — 1411, Luglio 20. — c. 101 t.° — Dichiarazione che prete Facio dei Rossi (Roxis) procuratore di Fantuccio del fu Andrea conte di Polcenigo (procura in atti di Bartolameo del fu Guariento da Sacile), dichiarò di accettare e ratificare in nome del suo mandante la convenzione n. 127. 134. —• 1411, ind. IV, Luglio 28. — c. 57. — Ducale simile al n. 119 per la rata del Maggio scorso (v. n. 135). 135. — 1411, ind. IV, Luglio 28. — c. 57. — Ducale simile al n. 70 per 1000 COMMEMORI ALI, TOMO III. 45