354 COMMEMORIALI, LIBRO X. ducati pagati agli ufficiali alle rason vecchie da Bartolameo de’ Mainenti dottore di medicina, qual rata del Giugno scorso (v. n. 142). 136. — 1411, ind. IV, Agosto 5. — c. 108 t.° — Quietanza per ducati 2240 pagati per conto della veneta Signoria dal consigliere Fantino Viaro al giudice Pandello di Malanotte, sull’ultima rata di 27,500 dovuti da Venezia a Ladislao re di Ungheria e di Napoli (v. n. 130, 132 e 139). Alti come nel n. 139. V. Ljubió, op. cit., V, doc. CXC. 137. — 7919 (1411), ind. IV, Agosto 12. — c. 113 t.° — Trattato stipulato da Musa bei figlio del defunto sultano Baiazet, coll’ ambasciatore veneto Jacopo Trevisano (versione in dialetto). Confermando i trattati già conclusi da suo fratello in Gallipoli e con Francesco Giustiniani al Zangodirbugar, il principe Musa promette di mantenere pace ed amicizia con Venezia. Questa potrà tenere tranquillamente le castella, terre e giurisdizioni dell’ Albania che furono già di Giorgio Stra-zimir e di Giorgio Balsa, verso il tributo di 1000 ducati d’oro all’anno, pagabili ad esso Musa dal bailo veneto in Costantinopoli ; e cosi pure potrà tenere Naupatto mediante il tributo di due. 100 pagabili dal bailo residente in Patrasso. Per questa ultima città, che Venezia tiene dall’arcivescovo, essa pagherà 500 ducati 1’ anno. I contraenti si consegneranno vicendevolmente gli schiavi o i dipendenti che riparassero nei domini rispettivi. Il marchese di Bodonitza sarà lasciato in pace purché paghi il tributo. I negozianti veneti potranno esercitare liberamente i loro traffici negli stati di Musa, pagando i soliti diritti. Questo principe promette di non molestare i possedimenti veneti di Corone, Modone, Argo, Nauplia, Negroponte, Tine, Micone, Naupatto ed in Albania. Fatto al Fanari in Costantinopoli. 7920 (1411), ind. V, Settembre 3. — Si aggiunge che per certa differenza insorta, erasi sospesa la conclusione del precedente, seguita poi per opera di Francesco (?) e Giovanni de Bonisio cancelliere del Trevisano, presente Pietro Loredano capitano generale (v. n. 140). Dato in Silivri (Salumbria). 138. — 1411, ind. IV, Agosto 13. — c. 113 t.° — Musa bei al doge e al comune di Venezia. Udito 1’ ambasciatore veneto Jacopo Trevisano, questi riferirà al suo ritorno le buone intenzioni d’esso scrivente. — L’ atto è in dialetto. Data a Reatafigia (v. n. 137). 139. — 1411, ind. IV, Agosto 21. — c. 109. — In forza del trattato n. 88, Venezia rimase debitrice a Ladislao re di Ungheria e di Napoli di ducati d’ oro 100,000, dei quali furono pagati gl’ importi parziali riferiti nei n. 93, 99, 130 e 136, più 30,000 ducati il 17 Giugno. Essendone ora stato contato il saldo di 25,260 due. al giudice Pandello Malanotte (v. n. 130), questi fa piena quitanza alla veneta