DOGE : ANTONIO VEN1ERO. 165 163. — 1383, Giugno 9. — c. 84 (87). — Il doge ed il consiglio degli anziani di Genova, al console, ai massari ed al comune di Caffa. Restituiscano senza spese a chi sarà deputato dalla veneta Siguoria le merci da essi sequestrate come al n. 161. Data a Genova. 164. — 1383, ind. VI, Luglio 27. — c. 94 (97). — Filippino del fu Leonardo Dogiioni notaio, Gottardo di Andrea di Fase, Nicolò de Tiziano e Pietro del fu Lorenzo de’ Bolzani procuratori del comune di Belluno (atti Tatto del fu Lodovico di Foro cancelliere d’esso comune), dichiarano di avere ricevuto da Giovanni Memmo, Nicolò Delfino e Nicolò Grioni provveditori alle biade, 1800 ducati d’oro, che promettono restituire entro Agosto sotto pena del doppio, danni e spese (v. n. 175). Fatto nella camera dei detti provveditori, nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni : Giovanni del fu Bizzolino di Montalbano, Ermolao Rosso, Marco Rava-gnino e Pietro Pensabene. — Atti come al n. 203. 165. — 1383, ind. VI, Agosto 22. — c. 8j (88). — Fra’ Donato, priore e rettore dell’ ospizio dei poveri scolari (orfani) dei SS. Gio. Batta e Francesco alla Giu-decca nuova, comperò per esso luogo pio, il 15 Gennaio 1349, dai sopraconsoli Marco Diedo, Stefano Belegno e Pietro Morosini un terreno, stato già di Domenico dagli Archi (o dalle Arche), ed ottenne poscia il decreto allegato. Essendo poi sorta questione tra esso priore e fra’ Matteo priore camaldolese del convento di S. Giovanni Battista, come superiore del mentovato ospizio (rappresentato da Francesco Zane), e pretendendo il primo di poter vendere il detto terreno colla casa fabbricatavi come cose a lui spettanti per avervi speso del proprio, il doge, quale patrono del pio luogo, dichiara non essere quei beni proprietà assoluta di fra’ Donato, ma poterli esso possedere durante la sua vita. A ciò aderirono i due litiganti. Allegato : 1350, Novembre 19. — Il Maggior Consiglio decreta : non essendo 1’ esistente ospitale dei pupilli ed orfani alla Giudecca bastevole a contenere i ricoverati, quel rettore possa aggiungervi un terreno confinante, a patto che il doge vi abbia diritto di patronato e di sorveglianza. 166. — 1383, Settembre 4. — c. 78 (81) t.° — Il cav. Corrado de Rotenstein capitano generale e Iacobello Zancani tesoriere a Treviso, rispondono a lettere del doge. Sentirono con dispiacere, come presso a Castelnuovo (di Quero ?) siano state trattenute zattere spettanti a veneziani; daranno ordini perche ciò non si ripeta. Data a Treviso. 167. — 1383, ind. VII, Novembre 14. — c. 88 (91) t.° — Pietro Belluga di Valenza, per sè e quale procuratore di Pietro Espano di Valenza e di Sancio da Narbona (atti di Domenico Azenas o Aznar), di Lorenzo Lucchese, già di Perpigna-no ora di Barcellona, di Martino Antolini e di Berengario di Pietro Cesdeo (atti di Francesco di Ponzio), di Arnaldo Marchese tutti tre di Barcellona, e di Antonia moglie di Gabriele Carieres di Maiorca, chiese alla Signoria risarcimento di lire 1654, s. 8, den. 8 di Barcellona, interessi e spese, per danni dati ai suddetti da tre