DOGE : TOMASO MOCCICO. 370 217. — 1416, ind. IX, Luglio 30. — c. 211 (210). — A cessazione di ogni ostilità, Sante Veniero cav. e Fantino Dandolo dottore, procuratori del doge e del comune di Venezia; fra’Bartolameo da Udine dei predicatori, rappresentante Tomaso da Campofregoso doge di Genova, quali mediatori; i procuratori nominati nel n. 214, anche in nome di Giovanni da Vignate conte di Lodi, di Giorgio Ben-zone conte di Crema, di Loterio de’ Rusconi, di Rolando, Pietro ed altri de’ Pallavicini, vassalli del duca di Milano ; — Pandolfo Malatesta signore di Brescia e Bergamo ecc., anche a nome dei propri vassalli, e a nome de’ suoi aderenti Pietro di Lodrone, Gian Galeazzo ed altri Ponzoni, Sopramonte ed altri Amati, e in nome di Giovanni ed altri Colleoni ; — Gerardo de’ Boiardi di Rubiera, Bartolameo de’ Carli da Modena e Vanuccio da S. Giorgio, procuratori di Nicolò marchese d’ Este, anche pei di lui vassalli ed aderenti ; — Bonifacio de’ Guiscardi, Antonio de’ Barattieri podestà di Cremona e Michele de’ Sommi, procuratori di Cabrino Fondulo marchese di Castel Leone, conte di Soncino e sign. di Cremona, per se, vassalli ed aderenti ; — Martino Arcelli e Bartolino da Lodi, procuratori di Bartolameo e Filippo Arcelli conti di Val di Tidone anche a nome dei costoro vassalli, pattuiscono: Sono compresi nel presente come aderenti al marchese d’Este : i nobili Fieschi pei loro beni nel territorio di Parma, i Bossi, i S. Vitale, i da Correggio Francesco Lupi, Giberto degli Aldagerii (Aldighieri), i nob. di Castiglione di Firenze, la città di Parma, i nobili della Sala, quelli di Fogliano, i Manfredi, i da Sesso, i Roberti, i Boiardi, i da Palude, i da Bismantova, i da Canossa, i nob. di Dallo, i nob. di Boteglia, i nob. di Vallisneria, la città di Reggio, Uguccione de’ Contrari, i Rangoni, i Boschetti, i Pii, i Pico della Mirandola, i nob. di Montecchio, i nob. di Cesi, quelli di Gorzano, la città di Modena, i Torelli, trattone Guido, il castello e il comune di S. Angelo in Persiceto, il conte Lodovico di Cunio e Barbiano e Giovanni Alidosi. Come aderenti a Cabrino Fondulo, sono nominati i Ponzoni, gli Amati, i Picenardi, e le terre da quello possedute nei vescovadi di Lodi e di Piacenza. Come aderenti degli Arcelli, i Malvicini, i Paveri, i della Fontana, i Fulgosi, Guglielmo Landi per S. Paolo, i Rossi per Viustino, i del Cario per Carpanetto, Giovanni Bracciforti per Ceriano, i Porri per Corneliano, Antonio de’ Salimbeni per Oltoe (Olza?) i Visdomini per Montenaro e Groppo de’Visdomini, Pietro Muncassola, per Cereto e Valconasso, i Palastrelli per Sariano e Tavasca di Castel Luzzano, i Confalonieri, i Figli di Agadio (Fiagà?) per Lisignano (Lugagano?), i Dolzani per Roasio, i Banchi per Musano ( Mezano ? ), Raffaele e fratello di Rozolo ( Rizzolo ), per Boxmasio, i Barbò, i Leccacorvi, i di Sarturano, Iacopo di Gandino, i della Motta di Ziliano, Pietro Mercalli e fratello di Cadonice e Castel Somaglia. È fatta tregua per due anni fra i contraenti, durante la quale niuno di essi o dei loro collegati offenderà gli altri. Non saranno infrazioni Sella presente le offese recate ai privati sudditi d’una delle parti da ladroni o malfattori nel territorio d’un’ altra, e si stabilisce il modo di procedura in casi simili. Tutti i soggetti di ciascuno dei contraenti potranno andare, stare e trafficare nei domini degli altri, pagando i soliti dazi che non potranno essere accresciuti durante la tregua. Se alcuno dei contraenti contravenisse scientemente alla presente, ne sia escluso e paghi la pena ; se poi vi contravvenisse senza saperlo, risarcisca i danni entro un mese dalle intimazioni.