Gli mancava un occhio, che aveva perduto durante la difesa di Tieviso e che teneva coperto con una pezzuola sotto il berretto. Durante il suo regno poco fortunato venne conclusa la pace col re d’Ungheria e con Francesco Da Carrara, signore di Padova, pace molto poco conveniente e decorosa per Venezia, che dovette rinunziare alla Dalmazia. Un’ambasciata, inviata all’imperatore Carlo IV per ottenere l’infeudazione della Marca Trevigiana, fu imprigionata nel passaggio per le terre del duca d’Austria con grave disdoro per Venezia, che ne ottenne a stento in seguito la liberazione. Magro compenso furono i favorevoli trattati conclusi con i principi tartari della Crimea ! Era figlio di Benedetto dai Ss. Apostoli, che ebbe oltre a lui un altro maschio, e prese in moglie una Giustinian, che salì con lui sul trono ducale. Da lei ebbe sei figli, Benedetto, Pietro, Nicoletto, Fran-ceschina, Costanza e Lucia. Per sposare un figlio e due delle figlie risulta che gli fu concesso dal Senato di prevalersi di 5000 lire dei suoi imprestiti. Egli lasciò questa vita il 12 luglio 1361. Secondo la tradizione, la famiglia, a cui apparteneva, sarebbe una propaggine dei Gradendo, dalla quale si sarebbe staccata assumendo il cognome di Dolfin pei la perizia dimostrata dal suo capostipite nel nuoto. Del magnifico doge Lorenzo Celsi non solo non esiste più il tumulo, ma perfino le ceneri sono andate disperse. Narra il Cicogna che, quando nel 1810 la chiesa della Celestia, dove era sepolto, passò in potere dell’Arsenale, venne vuotata anche la sua tomba, nella quale non si trovò che un pugno di cenere. Un ufficiale di marina presente riuscì a farla stare tutta nella sua tabacchiera, osservando filosoficamente: « ecco un uomo che fu capo di grande Repubblica ! Così si risolve il nostro essere ! Cosi resta confuso 1 orgoglio nostro ! » L’arca, che il Sanudo dice bellissima, sorgeva in origine sopra - 89 Lorenzo Celsl