nima sua e provvede infine perfino al pagamento di tutti i debiti del padre, che per caso fossero rimasti insoddisfatti. . Fuori della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo, sulla facciata, a sinistra di chi guarda, sta 1 arca marmorea in cui riposa il suo sue-cessore Jacopo Tiepolo, che donò l’area, su cui sorse la chiesa, ai Domenicani, col figlio Lorenzo, che fu pure doge. E’ in stile romanico, fregiata sugli orecchioni del berretto frigio, che si vede nello stemma, dei Tiepolo, sormontato dal corno ducale e con rilievi lineari alla bizantina e artisticamente illustra molto bene, come osserva il Ruskm, la semplicità del tempo. 11 Fogolari la ritiene scolpita poco dopo la morte di Lorenzo, essendo l’iscrizione comune a tutti e due i dogi e non sarebbe alieno dal rt-edere che le decorazioni ai lati dell’iscrizione, consistenti in croci inserite in cerchi, in colombi con crocette, in angeli con turiboli, pur essendo elementi comuni alla decorazione del Duecento, potrebbero anche raffigurare il leggendario sogno del doge Iacopo, in cui avrebbe vista la terra cosparsa di rose e piena di colombe con crocette d’oro in testa e angeli, che gli dicevano che per volere divino dovesse donare quel luogo per far sorgere la chiesa. L’iscrizione alla base, che riporta le date errate della morte dei due dogi, è in caratteri diversi di quella situata nel centro ed è anteriore di tempo. L’esistenza sull’arca del berretto frigio, che secondo altri sarebbe invece un corno di buffalo, piova, come osserva l’illustre professore Lazzarini, che questa figura araldica stava nello stemma Tiepolo anche prima della congiura di Baiamonte e che non vi fu apposta, come dice la leggenda, per punizione. Dopo fu sostituita dal castello d’argento con le due torri ai lati e più tardi ancora i Tiepolo misero tutte due le figure nello stemma riducendo il corno da berretto frigio a corno ducale. Prima della sua elezione a doge, che avvenne il 6 marzo 1229, in concorso con Renier Dandolo, il Tiepolo aveva coperto importanti uffici. Era stato uno degli elettori di Pietro Ziani, due volte po- - 63 Jacopo Tiepolo