2. La fisionomia del doge di Venezia, prima residente ad Era-elea, dopo a Malamocco ed infine a Rialto, non è stata sempre la stessa. Dal duca, funzionario di Bisanzio, si passa al doge indipendente con potere assoluto e poi al doge dei tempi storici con poteri sempre minori, che infine è ridotto ad essere solo il simbolo della grande Repubblica, l’insegna dello Stato, come allora dicevasi. In solemnitatibus imperator, in curia senator, in urbe captivus, ex urbe reus. Nei primi tempi con ogni probabilità la sua nomina fu dovuta, più che a manifestazioni della volontà popolare, a pronunciamenti dell’elemento militare ed all’associazione nel governo da parte del duca regnante del designato alla sua successione. Poi all’influenza delle clientele militari sottentra gradualmente quella della concio generalis od arengo, di cui facevano parte in teoria tutti i ceti del popolo del Dogado, ma in pratica esclusivamente quelli del popolo reaitino, che finisce col diventare l’elettore incontrastato del doge. Dopo eletto per acclamazione veniva portato a spalle fra la folla e in chiesa S. Marco dove entrava a piedi scalzi e riceveva l’investitura dal clero con un bastone. Faceva quindi l’ingresso solenne in palazzo ducale ricevendo dal popolo giuramento di fedeltà e distribuendo donativi. L’arengo fu ben presto dominato dalle famiglie più potenti, di origine tribunizia e popolare, diventate ricche e influenti col commercio, le quali, chiamate dal duca neH’amministrazione dello Stato, riuscirono gradatamente, nei secoli XI e XII, a scalzare completamente la sua autorità, sovrapponendosi ad esso e riducendolo da sovrano assoluto a primo magistrato dello Stato. Verso il ii 72 la sua elezione è affidata ad undici elettori scelti dal Maggior Consiglio allora istituito, mentre Yarengo si riserva di approvarne o meno la nomina. Nel 1178 il sistema elettorale viene cambiato: agli undici elet- M '