esisteva ancora nel 1580, come asserisce il Sansovino nella sua Guida di Venezia- Era molto bello e ricco di marmi, di porfido e di serpentini. Nella ricostruzione della chiesa, avvenuta fra il 1626 e il 1629, fu distrutto e venne dai frati sostituito nel 1640 con un altro in pietra d’Istria, che si vede sulla facciata ancora non compiuta della chiesa. Sorge sopra uno zoccolo, sostenuto dalle due colonne, che incorniciano la porta principale, e consta di una lapide con una iscrizione in suo onore, sormontata daH’urna, fiancheggiata da due piramidi e sostenente il busto, che lo raffigura con la berretta ducale all'antica. Il Contarini a cui si attribuisce anche la fondazione del monastero di S. Angelo di Concordia avrebbe avuto, secondo il Barbaro, tre figli, Giovanni, Marino ed Enrico, vescovo di Olivolo e generale della chiesa e due fratelli. La famiglia a cui apparteneva è una delle più note ed illustri e le sue origini si confondono con quelle di Venezia, alla cui edificazione, secondo la tradizione, avrebbe contribuito insieme con altre undici che con essa vennero dette apostoliche. La prima carta notarile, che la riguarda, è del giugno 1161, ma il suo nome si trova ricordato molto prima anche di questo doge nelle cronache più antiche. Sembra sia stata tutta una stirpe, ad eccezione di alcuni venuti daH’Ungheria. 1 tardi genealogisti si sono sforzati di darle origine romana facendola derivare nientemeno che da P. Aurelio Cotta, prefetto del Reno, e dall’imperatore Aureliano. II cognome da Cottarini, cioè Conti del Reno, si sarebbe poi trasformato in Contarini ! Il doge portava probabilmente lo stemma antico della famiglia, d’oro a tre bande d’azzurro. Prima ancora che il Contarini fosse sepolto, fu acclamato doge nella stessa chiesa di S. Nicolò del Lido Domenico Silvo o Selvo. Era stato ambasciatore nel 1050 all’imperatore Enrico III, ed aveva sposato una principessa greca di stirpe imperiale, splendida per il 46 -