volta non bastò e per non essere ulteriormente molestato dovette ricorrere alla polizia. Due patrizie, madre e figlia, ebbero un giorno la sfrontatezza di seguire il povero uomo fin nella chiesa dei Servi, imprecando e vituperandolo. Durante la strada la giovane cercò perfino di levargli il mantello per gettarlo in canale e quando fu in chiesa gli tolse il cappello e non glielo rese che sotto le minacce del servo che lo accompagnava. Come ciò non bastasse, fu aggredito tre volte per opera di soldati austriaci e di malviventi, che gli rubarono il mantello e l’orologio ! Stanco voleva finire in un convento, ma circostanze indipendenti dalla sua volontà glielo impedirono. Morì nel suo palazzo a S. Salvatore per idropisia e congestione polmonare, che gli davano continue febbri, dopo trentasei giorni di malattia il 24 ottobre 1802. Lasciò un cospicuo legato di centodiecimila ducati, beneficando pazzi furiosi, mentecatti e fanciulli abbandonati o di genitori poveri che non potessero educarli, disponendo con nobile pensiero di « essere sepolto con la minor pompa possibile e che non fossero fatti corrotti anche per non rinovar alla misera patria la memoria delle fatalissime vicende alle quali andò soggetta ». - 321