era vestito di manto rosso con maniche lunghe aventi un filo di bot-toncini all’estremità e aveva calzati i piedi con un paio di stivaletti dello stesso manto, il color del quale era conservatissimo ». Come fosse il monumento non si hanno sufficienti notizie. Sopra di esso stava la sua statua molto grande inginocchiata, ora collocata sul pie-colo sarcofago, che venne fatto espressamente per racchiudere il suo corpo a Maren. La lapide, che era sul muro della chiesa dei Servi sotto il monumento, andò rotta, nel disfacimento di esso, in tre pezzi, dai quali l’ingegnere Giovanni Casoni copiò esattamente la scritta, che fu poi riprodotta dal Cicogna nelle Iscrizioni. Essa si legge ora anche sotto il sarcofago a Maren insieme ad altra che ricorda la traslazione. Sul pavimento sotto il deposito stava una lapide che, essendosi col tempo consunta, venne fatta rifare nel 1691 dai nipoti del doge, figli di Domenico, i quali vi apposero un’iscrizione, che ciò ricordava. Il doge nel testamento del 28 dicembre 1548 ordinò che il suo corpo fosse messo in deposito nella chiesa dei Servi, finche non fosse stata fatta un’arca addossata al muro del fianco sinistro della chiesa, di fronte a quella di Giovanni Emo ed al monumento del doge Vendramin. Il posto, concesso dai frati al Donà con compromesso del 7 luglio 1540, in compenso di molti benefici avuti, comprendeva in altezza il muro dalle fondamenta alla travatura ed in larghezza dalla cappella Donà dei Sette dolori fino alla porta della cappella dei Lucchesi col terreno annesso. Questo doge nacque verso il 1468 (provato 22 ottobre i486) da Alvise e da Camilla Lion. Secondo la Balla d’oro non avrebbe avuto fratelli, mentre il Barbaro gliene attribuisce tre. Anche sulla famiglia Donà si sono sbizzarriti i tardi genealogisti, dei quali chi la fa derivare dalle genti romane Elia o Claudia, chi dai re d’Ungheria e chi dai signori di Arezzo. Certo è che questa casata, che apparteneva alla classe delle nove, è una delle più illustri di Venezia, nota nelle carte fino dal 1191. Il doge faceva parte del colon - 166 -