miglianti come apparisce dai seguenti versi tratti da una poesia sui funerali di Giovanni Corner II :
                      Sacco de pagia e maschera de cera E1 cadavere del Serenissimo Che averessi zurà certo e certissimo Ch’el fusse là in te l’aria e in te la ciera.
     Allora il cadavere del doge nel giorno dopo la morte veniva deposto nella camera d’udienza privata chiuso in una cassa o sopra un tappeto coperto col manto e col cuscino della scuola di S, Marco su cui stava il corno ducale rosso cremisi. Quindi, verso un’ora di notte, veniva portato alla chiesa della sepoltura seguito dal vicario e dai canonici di S. Marco, dagli appartenenti alla casa ducale e dalla scuola di S. Marco con pennello ed aste. Il corteo prendeva a tale scopo imbarco alla riva detta del doge del palazzo ducale sulla barca del doge e sopra vari peaioni. All’arrivo la salma veniva deposta sopra un catafalco, dove le veniva data l’assoluzione, prima dai canonici di S. Marco e poi dai religiosi della chiesa, che le davano quindi sepoltura. Durante la cerimonia gli altari della chiesa avevano le candele accese. Tutte le spese per i funerali, che erano sempre ingenti, erano a carico della famiglia del doge.
     11.	Dopo il doge, il personaggio più importante nel veneto Stato era la dogaressa, figura di principessa esclusivamente veneziana. La sua origine si perde nella caligine dei primi tempi di Venezia. In principio deve essere stata semplicemente la moglie (iconiux) del duca e del doge, poi lentamente assunse la fisonomia di principessa (ducissa) con speciali attributi. Dalla Promissione di Jacopo Tiepolo dell’anno 1229 la sua posizione nello Stato e presso il doge apparisce già nettamente determinata. Anch’essa, fra l’altro, deve giurare di non accettare doni o prestazioni. Nelle successive Promissioni la sua fisionomia di principessa va sempre più accentuandosi. Dopo il doge, fa anch’essa il suo ingresso solenne nel palazzo ducale ed è coronata col corno ducale. Le cerimonie per l’ingresso e
- 29