Prima di arrivare al dogado, dopo aver tenuto vari importanti reggimenti ed altri cospicui uffici, distinguendosi più come uomo di toga che di spada, fu insignito della dignità di procuratore de supra. Il 19 novembre 1485, fra l’imperversare della peste, avendo settan-tadue anni, fu eletto doge in seguito ad un conclave durato poche ore ed incoronato sulla scala dei Giganti da poco eretta. Il suo brevissimo principato, che terminò il 14 agosto i486, scorse tranquillo e senza avvenimenti degni di ricordo. Sembra che sia stato il primo doge che ricevesse una volta per settimana tutti quelli che desideravano di essere da lui uditi. Si dice che molto si amasse col fratello Agostino. Ciò non toglie, per quanto narra il Sanudo, che sarebbe morto a causa di un forte alterco avuto in Senato con lo stesso, al quale avrebbe detto : « Messer Agostino voi fate ogni cosa perchè noi muoiamo, per succedere in nostro luogo, ma se la terra conoscesse così bene come facciamo noi la persona vostra si sceglierebbe pii; presto un altro ». Prima di morire chiamò a se i quattro figli, esortandoli a pensare al bene pubblico e a ricordarsi dei benefici e degli onori ricevuti dalla loro patria. Lasciò nome ottimo di se sotto ogni punto di vista e fu lodato in funere da Paolo Pisani.
     Egli aveva sposato Lucia Ruzzini, « donna da assai », molto bella e virtuosa, dalla quale ebbe quattro figli, Andrea, marito di Paolina Vitturi, Bernardo di Angela Foscarini, Pietro Francesco di Paola Contarini e Gregorio di Oria Duodo, e cinque figlie, Paola, Francesca e Marina, sposate rispettivamente a Pietro Contarini, Gerolamo Gritti e Andrea Cappello e due andate monache coi nomi di suor Pacifica e suor Vienna. Il Barbaro gli attribuisce altri tre figli* Girolamo, Giorgio e Marino ed il Sanudo un’altra figlia sposata con Fiancesco Foscari.
     La dogaressa, quando morì il marito, era ammalatissima e fu tenuta all’oscuro della di lui morte, finche non guarì. Lasciò questa vita il 30 luglio 1496, disponendo nel testamento del 16 luglio del
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