Il suo fu un disgraziatissimo dogado. Cominciato in piena pace, mentre la repubblica era desiderata arbitra fra le potenze europee in lotta per la successione al regno di Spagna, fu sul suo finire funestato dalla guerra col Turco che in men che non si dica riprese la Morea, mentre per conquistarla erano occorsi molti anni ed infiniti sacrifici di sangue e di danaro! Venezia si riprese poi con la gloriosa difesa di Corfù e con vittoriosi fatti d’arme sul mare e in Dalmazia ed Albania, ma dovette infine accontentarsi delle poco favorevoli condizioni ottenute col trattato di Passarowitz. Così quando morì, il 12 agosto 1722, lo Stato era in piena pace, pace che non doveva essere più turbata fino alla venuta di Napo-leone ! Foriera di disgrazie fu considerata la caduta del corno du-cale di testa, che gli succedette mentre stava per montare sul Bucintoro il giorno dell’Ascensione del detto anno. La moglie, che molto gli era affezionata, come risulta anche dal testamento in cui scrive che non cesserà mai di piangerlo, si ritirò dal mondo andando ad abitare nel monastero delle Eremite ai Ss. Gervasio e Protasio, dove visse fino al maggio 1729. Tanto era il suo orrore per il giuoco, che allora imperversava a Venezia, che ordinò che fosse privato della parte d’eredità da lei lasciata il figlio od il suo discendente che avesse giocato in una volta più di dieci ducati. Morta ebbe solenni funerali, degni del suo grado. La grande Casata di questo doge si estinse alla fine del secolo XVIII con Elisabetta, moglie di Almorò Grimani di S. Polo e con Laura moglie di Alvise I Mocenigo di S. Stae. Il doge Alvise III Sebastiano Mocenigo sta nella tomba terrena della sua famiglia nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo, da me descritta scrivendo del doge Alvise I. Questo valoroso soldato e marinaio, che portava anche il nome di Sebastiano per meglio distinguersi dai fratelli, fu il quartogenito di sei maschi che insieme a sei femmine nacquero ad Alvise IV da - 287 Alvise 111 Sebastiano Mocenigo