chiesa, e nelle maggiori solennità i padri di S. Salvatore esponevano lo stendardo dello stesso doge, che veniva collocato sul suo mausoleo. In tale occasione venivano eretti nelle due chiese catafalchi dipinti a lutto con figure di stucco. Lorenzo Priuli, ultimogenito di sei fratelli, venne alla luce nel 1489 (provato 30 novembre 1509). I suoi genitori furono Alvise e Chiara Lion. L’illustre famiglia cui apparteneva, facente parte anche essa delle case nove, sarebbe derivata secondo i tardi genealogisti nientemeno che da Attila e dai re d’Ungheria ! Altri più modesti la farebbero invece venire dalla Francia insieme ai Priuli di Milano, altri da Mantova, altri da Capua, ma certo nelle carte veneziane essa non apparisce prima del 1297. Il suo stemma era troncato nel primo di rosso e nel secondo palato d’oro e d’azzurro. Egli aveva palazzo in campo S. Polo, che è forse quello oggi appartenente alla famiglia Bianchini di Alberigo. Il ramo a cui dette origine era detto dei grassi. Nella sua gioventù si dedicò agli studi conseguendo la laurea dottorale. Fu di animo retto, religioso, di mente equilibrata e di facile eloquio. Era dotato di un discreto patrimonio, come si rileva dalla Redecima del 1537, avendo denunziato oltre 433 ducati di rendita. Nella carriera politica si fece subito strada, distinguendosi specialmente come rettore delle principali città dello Stato e come diplomatico in importanti legazioni, che gli procurarono il titolo di cavaliere. Il 14 luglio 1556 malgrado avesse per concorrenti i quattro procuratori di S. Marco Filippo Tron, Stefano Tiepolo, Carlo Morosini e Priamo Da Lezze, il cavaliere Matteo Dandolo, il dottore e cavaliere Nicolò Da Ponte, Francesco e Tommaso Contarmi, Melchiorre Michiel, Alvise Gritti, Carlo Marin, Giacomo e Benedetto Priuli, Filippo Cappello, Bernardo Venier, Marcantonio, Girolamo e Vettor Grimani, Alvise Moce-mgo e Zaccaria Vendramin, raccolse i maggiori suffragi e fu eletto doge. Il suo dogado si svolse senza guerre, ma fu turbato dalla peste, che desolò Venezia, e dalla carestia. Morì il 17 agosto 1559» 176 -