Nicolò Contarmi alle principali casate. La reazione era giusta, perchè realmente contro le disposizioni delle leggi era stato nominato cardinale il figlio del doge, Federico, e destinato al vescovado di Vicenza ; tanto lui che il fratello Marcantonio, primicerio di S. Marco, erano stati mandati a Roma a spese pubbliche; Daniele Dolfin, cognato del doge, era stato eletto consigliere ducale e i figli del doge, Francesco ed Alvise, erano stati eletti senatori. Nè questo basta, perchè Giorgio, il figlio minore, era interessato in molte sorte di negozi e specialmente in quello dei bovini, che venivano da Zara. La famiglia Corner, inasprita per la spietata campagna dello Zeno e per le ammonizioni avute dal doge, non riuscendo a colpirlo per mano della legge, ricorse all’opera di alcuni sicari, che tentarono d’ucciderlo, ferendolo invece solo gravemente mentre attendeva la sua gondola in cortile del palazzo ducale. L’atroce delitto fece correre un brivido di orrore per la città e determinò la condanna per parte dei Consiglio dei Dieci di Giorgio Corner, riconosciuto colpevole, al bando, alla perdita della nobiltà e alla confisca dei beni. Lo sciagurato, rifugiatosi a Ferrara, morì poco dopo per mano assassina. Il vecchio doge intanto, afflitto da grave malattia, dopo tante amarezze e umiliazioni, lasciò questa vita il 23 dicembre 1629. Dalla moglie, morta prima che diventasse doge, ebbe sei figli maschi, dei quali non ho ricordato uno di nome Marcantonio, morto bambino, e cinque figlie che diventarono monache coi nomi di suor Bianca, Cla-nssima, Aurora, Maffiola e Cristina. La salma del doge Nicolò Contarini è andata dispersa con la demolizione della chiesa di S. Maria Nova, avvenuta nel 1852, dopo essere stata dal 1808, anno della sua chiusura, adibita a magazzino. Essa era deposta nella tomba di famiglia, che fu costruita dalla nonna e dal padre del doge, come risulta dall’epigrafe, che vi si leggeva e che portava la data del 1568. Nicolò o Nicoletto Contarini, figlio di Gian Gabriele e di 232 -