statue della dogaressa e della Virtù, che incorona il Merito ; di Ma-rio Groppelli il bassorilievo della Vittoria dei Dardanelli, mentre quello della Costanza viene attribuito al Tarsia e quelli del Tempo e del Valore al Groppelli. Sono ignoti gli autori delle statue e dei rilievi nell’attico. Un altro progetto di monumento gli aveva preparato il proto Antonio Gaspari prima che fosse elevato al trono ducale. Come risulta dal disegno esistente al Museo Correr avrebbe dovuto sorgere nello stesso luogo dell’attuale. Molto più barocco e strano, presenta nel mezzo, sotto un baldacchino, la statua del doge Bertucci sorgente dall’arca al suono della tromba dell’angelo del giudizio universale, e, sotto, due medaglioni raffiguranti lui vestito da senatore e la moglie. Lo completano un grande stemma Valier sul coronamento, due vedute prospettiche ai lati della statua di Bertucci e varie statue di figure simboliche e di angeli. Fra tutte spicca macabra e truce la morte, che fugge reggendo un grande drappo nero, che ricorda alla lontana quella del Bernini sulla tomba di papa Alessandro VII Chigi. Dopo elevato al trono ducale il proto modificò il progetto mettendo davanti alle vedute prospettiche la sua statua e quella della moglie con vesti ducali, appoggiate ai davanzali di due finestre. Vicino stanno le statue della Fede e della Prudenza, che additano loro la risurrezione del doge Bertucci. Silvestro Valier prima di stabilire coi frati l’erezione del monumento nel luogo, dove ora sorge, cioè fra le due cappelle del Nome di Dio e di S. Domenico, aveva sperato, ma senza riuscire, di « poter superare col danaro e con la diligenza le difficoltà... per ottenere la facciata dei Ss. Giovanni e Paolo, sito tanto nobile e decoroso per la città, chiesa nostra devotissima in cui pure si celebra insigne vittoria pubblica ottenuta nel tempo del principato del medesimo nostro Padre.... ». Nelle ultime volontà dispose di essere deposto vestito da cappuccino e murato in qualche nicchia 278 -