nente ad una delle più antiche casate, che i tardi genealogisti fanno derivare dalla gente Anfustia Superantia di Roma. Era di aspetto poco simpatico, ma con tutto ciò riusciva accetto, perchè quello che gli mancava nell’apparenza abbondavagli invece nella sostanza. In palazzo ducale si compiaceva di tenere leoni e leonesse, delle quali una nel 1316 partorì tre leoni, ciò che fu considerato un ottimo augurio. Uno di essi regalò a Can Grande Della Scala, signore di Verona. Suo padre Antonio era stato insignito della toga procuratoria de supra ed egli lo era pure quando sessantenne fu assunto al do-gado. Combattè distinguendosi e con fortuna come ammiraglio e generale i Genovesi e i Padovani e nella guerra di Ferrara. Tenne l’ufficio di podestà di Chioggia e di Ferrara e contribuì efficacemente a reprimere i moti rivoluzionari successi in seguito alla Serrata del Maggior Consiglio. La sua vittoria sui Genovesi a Caffa è stata immortalata dal pennello di Giulio Moro nella sala del Maggior Consiglio. Durante il suo dogado terminò la guerra di Ferrara e il papa tolse la scomunica a Venezia. Ebbe fine pure la ribellione di Zara, che ritornò soggetta a Venezia, mentre varie altre città della Dalmazia si sottomisero spontaneamente. La pace fu solo turbata da alcuni scontri navali coi Genovesi. Sposò Francesca, di cui non si conosce il cognome di famiglia, donna molto considerata per la sua intelligenza, che si trova ricordata in vari atti notarili, come esecutrice testamentaria di parenti ed amici. Dal testamento ch’egli dettò 1’ 8 agosto 1321 risulta che ebbe tie figli, Marmo, Nicolò sepolto ai Ss. Giovanni e Paolo, Antonio, detto Belello, e tre figlie, Fontana, Elena e Soranza, nota per le sue tristi vicende. Bandita col marito Nicolò Querini, detto lo zoppo, in seguito alla congiura di Baiamonte Tiepolo, una volta eletto il padre doge, sperando nell’impunità, tornò a Venezia senza chiedere permesso. Ma il Consiglio dei X non volle saperne di liberarla e la condannò a stare chiusa con una serva in una casetta attigua all’ospizio ' 75