Egli sposò Regina Gradenigo di Andrea, discendente dal doge Bartolomeo, donna pia e virtuosa. Il suo solenne ingresso, come do-garessa, in palazzo ducale è ricordato da un quadro conservato nel Museo Correr. Da lei ebbe sei figli, Bartolomeo marito di Maria Contarmi, Nicolò di Maria Pisani, Alvise di Cecilia Moro, Paolo di una Pizzamano e di Cornelia Corner, Girolamo e Gian Francesco e cinque figlie, Finetta, moglie di Antonio Contarmi, Orsa di Girolamo Morosini, Bianca di Nicolò Dona, Clara di Girolamo Bar-baro e Taddea di Giovanni Contarmi. Una cronaca gli attribuisce invece di Gian Francesco un figlio di nome Leonardo, e il Ma-lipiero una sesta figlia, che però non è ricordata con le altre dalla dogaressa nel testamento del 30 luglio 1479, in cui ordina di essere sepolta nel convento di S. Domenico. Dalla sua discendenza sono derivati i rami Vendramin detti dei Carmini e di S. Marcuola ora estinti.
     Il terzo doge della famiglia Mocenigo, Giovanni, ha il suo monumento ai Ss. Giovanni e Paolo, a destra di chi guarda l’interno della facciata della chiesa. La statua giace distesa sull’ urna, sostenuta da tre piedestalli appoggiati al cassone di pietra. Sul prospetto dell’ urna sono scolpiti, in tre riquadri, una torre merlata entro un forte, due torri merlate ed altre tre torri merlate sormontate tutte dal leone di S. Marco, bassorilievi che devono probabilmente raffigurare città e castella del Polesine, che durante il suo dogado venne occupato dai Veneziani. La statua con l’urna sta setto l’architrave, sostenuto da due colonne composite a doppio ordine di fogliami, mentre i fianchi del monumento, sostenuti pure alle estremità da due altre simili colonne, hanno nella parte inferiore due nicchie con due statue rappresentanti figure simboliche di donne. La mezzaluna dietro alla statua del doge è ornata da un basso-rilievo della Madonna col Bambino seduta in trono avente a destra il doge genuflesso presentato da S. Giovanni Battista ed a sinistra
Giovanni
Mocenigo
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