soprannome Testolina. I suoi studi li fece a Padova presso lo zio Girolamo Dona e il cardinale Agostino Valier. Si dedicò quindi molto al commercio del grano col quale aumentò la sua fortuna, che, nel 1582, compresa quella del fratello Francesco, appariva in Decima con una rendita di oltre 887 ducati. Coi guadagni fatti potè anche acquistare il grandioso palazzo archiacuto del duca di Ur-bino, che fu ultimamente dei Giovanelli. Entrato nella vita pub' blica veneziana ebbe molti importanti incarichi neH’amministra-zione statale a Venezia e fuori e fu governatore di importanti città nella veneta terraferma ed in Istria. Mancato ai vivi il doge Bembo, benché non fosse riuscito del Consiglio dei Dieci in quell’ anno e appena avesse ottenuto un posto in Pregadi, volle concorrere egualmente al dogado, incoraggiato si dice da una profezia del filosofo ed astrologo friulano Strassoldo, che gli aveva predetto che sarebbe morto dorge. Vennero ballottati con lui i cavalieri e procuratori Francesco Contarini, Agostino Nani e Antonio Priuli, i procuratori Gi-rolamo Giustinian, Giovanni Corner, Antonio Landò e Agostino Barbarigo ed i patrizi Nicolò Lion, Lorenzo e Marcantonio Venier, Andrea Morosini, Nicolò Ferro, Giovanni Da Lezze, Santo Balbi e Francesco Emo, e riuscì per ripiego dopo un lunghissimo conclave, il 5 aprile 1618. Il popolo, che non lo amava, perchè in fama di molto interessato e spilorcio, gli fece poco buon viso e nessuno gridò : viva Donato, benché avesse gettato nel suo giro in piazza più denaro dei suoi antecessori e nella chiesa di S. Marco avesse sparso molto oro. Nè valse a fargli mutar contegno il ricordo della zelante sua opera nel 1613 e nel 1617 per alleviare la carestia a Venezia. I patrizi dal canto loro criticarono la sua nomina per non essere insignito della porpora procuratoria. Durante le cerimonie della incoronazione ebbe cattivi pronostici e la predizione di vicina morte. Predizione del resto facile da farsi perchè aveva già raggiunti gli ottant’anni! Doveva essere però ben portante di fisico e di mente lucidissima come apparisce dalla scrittura e dal testo del suo testamento. Gli 220 -