glia Grimani di S. Polo, detta dell’albero d’oro, a quanto sembra per la purezza della sua discendenza. È una piccola lapide quadrata di marmo bianco con grande cornice di marmo eguale e macchiato di nero ad ornati tondi, romboidali e quadrati di porfido e di verde antico, di gusto lombardesco. Sotto l’iscrizione principale, scolpita entro un tondo, che ricorda che la sepoltura venne costruita per opera di un Alvise Grimani, si vede spiccare un piccolo stemma della famiglia intarsiato di marmo rosso in mezzo alla data 1512 e in quattro rettangoli della cornice motti allusivi all’ultima dimora dell’uomo. Qui riposa il doge Pietro Grimani, discendente dal fratello del costruttore della tomba, dalla sera dell’8 marzo 1752 in cui vi fu deposto. Egli nacque, il 5 ottobre 1677, da Pietro e Caterina Morosini della famiglia di S. Maria del Giglio, detta dei pellai (calvi) dalla tressa, secondogenito di cinque fratelli. Una sorella di nome Cecilia sposò Stefano Querini. Fu un uomo colto e letterato di non comune valore, di facile e persuasiva parola, che conosceva perfettamente oltre la propria lingua il latino ed il francese. Quando andò ambasciatore a Londra, dove .fu insignito della dignità cavalleresca, parlò di scienze applauditissimo nella Reale Accademia, che lo nominò socio d’onore sulla proposta del presidente, che era il grande Newton. Non solo si distinse nelle scienze fra le quali coltivò moltissimo l’astronomia, ma fu anche cultore della poesia, che gli fece trovar posto tra gli Arcadi col nome di Almiro Elettreo. Ebbe molta dimestichezza coi gesuiti Saverio Bettinelli e Giulio Cesare Cor-dara, coLxonte Francesco Algarotti, con Eustachio Zanotti idrometrico ed astronomo e col lirico Giovanni Battista Rousseau, che lo ricordarono nei loro scritti e in non poche dediche di libri. Nel palazzo avito di S. Polo aveva raccolto una notevole biblioteca, ricca specialmente di opere di letteratura e di storia e ornata di iscrizioni latine in onore della famiglia e degli studi. Anche un suo gondoliere, di nome Antonio Bianchi, si dedicò alla letteratura scrivendo - 297