in lettere di bronzo. Agli angoli della lapide, uniti da ornati, si ve-dono quattro trofei con armi, bandiere, trombe, scudi e turcassi. Generalmente è attribuita a Filippo Parodi ma invece si può asserire con sicurezza che sia opera di Antonio Gaspari come risulta da due progetti esistenti fra i suoi disegni conservati al Museo Correr, che poco si diversificano da essa nelle linee generali. Il doge, fin dal 1692, aveva disposto che venisse eretto in questa chiesa un monumento sepolcrale per sè ed i suoi con pieno consenso dei frati, e nell’ultimo testamento del 6 maggio 1693 stabiliva con precisione che dovesse sorgere colla spesa di 7000 ducati ai due lati dell’altare maggiore, sopra i gradini secondo un progetto a lui fatto dal ricordato proto Gaspari senza toccare l’altare od adombrare le mezze lune, ma solo contornandolo. Come risulta dai disegni dello stesso in un lato vi sarebbe stato il busto del Morosini, assoluta-mente simile a quello della sala d’armi del Consiglio dei Dieci collocato sopra l’arca con trofei ed altri ornati e simboli, e nell’altro, insieme a trofei d’armi, emblemi riguardanti la sua carriera e le sue imprese. Sulla parte di congiunzione, contornante di sopra l’altare, avrebbe campeggiato nel centro un grande stemma Morosini con putti ed ornati. Il nipote Pietro Morosini, appena morto il doge, astretto dall’obbligo di terminarlo entro due anni, iniziò subito pratiche con i frati per determinare i siti ai lati dell’altare maggiore da poterlo collocare. Dopo varie discussioni, durate dal 4 agosto al 10 novembre 1694, forse per la difficoltà di erigerlo senza pregiudicare e adombrare l’altare maggiore, i frati convennero col Morosini, verso la corresponsione titulo charitatis di duecento ducati, che venisse invece eretto al centro della chiesa nel sito più cospicuo dirimpetto all’altare della SS. Annunziata, ove ora si vede. Il doge aveva lasciati i nipoti arbitri di far deporre nella tomba di S. Stefano insieme a lui i resti di suo padre, dei fratelli e di altri ascendenti sepolti a S. Cassiano, dove avevano una cappella dedicata a S. Cecilia con la tomba di famiglia fino dall’anno 1482. Nulla mi risulta - 269