gine dalla disputa per il possesso della chiesa di S. Saba in Acri. 1 Veneziani vennero aiutati da Pisa e i Genovesi da Michele Paleologo, imperatore greco di Oriente, che era riuscito col loro aiuto a far finire l’impero latino di Costantinopoli. Egli sposò Aluica Da Prata dalla quale non ebbe discendenza. La casata a cui apparteneva, delle così dette vecchie, deriverebbe secondo i compiacenti genealogisti secenteschi nientemeno che da Enea troiano e dalle famiglie romane Fannia e dei Zenoni. Certo è una fra le illustri di Venezia e tuttora continua nella discendenza di Marco uno dei due suoi fratelli. Il suo stemma era, secondo la tra-dizione di famiglia, quello che fu innalzato da Renier Zeno, fratello di suo nonno, che lo rilevò dallo stendardo deH’ammiraglio genovese Andrea Fieschi da lui vinto in battaglia, ma con una banda di più per distinguerlo dallo stemma Fieschi. L’animo suo pio e benefico chiaramente apparisce dal testamento del 7 luglio 1268, giorno della sua morte, col quale dispose del suo allora immenso patrimonio, va-lutato approssimativamente nella Commissaria ad un milione di lire oro fra stabili e terre e a quattrocentomila lire di monti e di imprestiti, in favore di parenti, di poveri, di infermi, di chiese e di religiosi. Più beneficato di tutti fu il convento dei Ss. Giovanni e Paolo, al quale lasciò perfino le pellicce, i manti d’oro e di seta, le gioie e l’argenteria con disposizioni speciali per la fabbrica del campanile e della porta principale e per l’istituzione di un ospedale di vecchie donne inferme, che doveva essere amministrato dal priore del convento. Alla dogaressa lasciò gli arredi della casa con tremila lire d’oro e l’uso del palazzo, purché non si sposasse, ed ai nipoti Zeno il condono dei notevoli debiti, che avevano verso di lui. Lorenzo Tiepolo, che gli successe il 23 luglio 1268, riposa insieme al padre come abbiamo visto nel sarcofago addossato alla facciata dei Ss. Giovanni e Paolo. Salì al trono ducale con grande gioia del popolo e prestò il Lorenzo Tiepolo ' 67