era sostenuta da due mensole, ognuna delle quali aveva scolpito nel mezzo lo stemma Grademgo. Dal disegno esistente apparisce chiaramente un corno ducale sull’ultimo gradino dei due stemmi scolpiti, come afferma il Sanudo. Non credo però che fosse posto per dimostrare che per arrivare al dogado si dovessero salire molti gradini, ma per distinguere questo ramo Gradenigo dagli altri. Quando fu eletto doge, il 21 aprile 1355, in concorrenza solo con Giovanni Dolfìn, essendosi ritirato Giovanni Foscarini, aveva raggiunto già i settantasei anni. Era figlio di Marino di S. Marco e di una Dandolo, che ebbero insieme a lui altre tre maschi, e nipote del doge Pietro Gradenigo. Per il suo grande naso veniva chiamato nasone. Figurava fra i più illustri senatori ed era molto considerato per la sua dottrina, giustizia e saviezza. Aveva molta memoria ed ingegno profondo. Dopo aver conseguito la ' laurea dottorale, era stato podestà a Capodistria, a Padova e a Treviso, uno degli elettori di Andrea Dandolo e aveva conseguito la dignità procuratoria de citra. Durante il suo brevissimo dogado venne conclusa la pace con Genova e Milano e scoppiò una guerra con l’Ungheria, il conte di Gorizia e il patriarca di Aquileia, che durava ancora quando venne a morte l’8 agosto 1356. La prima sua moglie, secondo una cronaca, sarebbe stata Adriana Borromeo. Certo la seconda, che fu dogaressa, aveva nome Felipa, ma non si sa a che famiglia appartenesse. Dal testamento del figlio Luca risulta che ebbe tre figli, il testatore, Manno e Tommaso e quattro figlie Caterina, Cristina, Angioletta e Marchesina monaca, mentre il Barbaro gliene attribuisce altri due Orso e Piero. Segue il monumento del doge Giovanni Dolfin, eletto il 13 agosto 1356, mentre si trovava chiuso in Treviso assediata dalle truppe ungheresi, essendo provveditore in campo. Da prode cavaliere e soldato, quale era, non attese che gli Ungheri gli concedes- - 87 Giovanni Dolfin