d’oro e diciottomila ducati per monacare povere donzelle. A differenza del suo antecessore si contentò di ordinare la celebrazione di ttemila messe per la sua anima ! Non avendo discendenti lasciò il residuo, istituito in fedecommesso, a Silvestro Bembo, discendente da sua zia materna Bianca, moglie di Benedetto Bembo. Egli doveva assumere il cognome di Valier-Bembo, con l’obbligo a tutti i discendenti di portare i nomi di Silvestro e Bertucci e di impiegare per dieci anni quattromila ducati della rendita per costruire la facciata nuova sul Canal Grande del palazzo Bembo in Riva di Biagio, sulla quale doveva essere collocato lo stemma Valier. Nel testamento dispose pure che il suo scudo nella chiesa di S. Marco venisse situato presso quello del padre e che, oltre ai ritratti suoi da mettersi nella sala dello Scrutinio e nella Procuratia, gli venisse fatto col permesso del Senato un busto in marmo nella Pubblica Biblioteca, a cui lasciò mille ducati per acquisto di libri. Lo Studio di Padova gli eresse per ricordo un busto e una lapide commemorativa, che venne collocata sul portone dell’orto dei Semplici, che egli aveva fatto ripristinare. La dogaressa lo seguì nella tomba il 19 gennaio 1709, lasciando erede residuario il parente Giovanni Antonio Ruzzini, padre di ben undici figli, a lei e al marito affezionatissimo. 282 -