Salute, il bassorilievo della Resurrezione di Cristo nel Deposito della scuola di S. Giovanni Evangelista e i bronzi della grata nella rac-colta del Museo della Ca’ d’Oro. Non è improbabile che qualche avanzo esista ancora, ma chissà dove conservato. Marco Barbarigo, secondogenito di quattro maschi (cinque secondo il Barbaro) nati da Francesco procuratore di S. Marco e da Cassandra Morosini, venne alla luce verso il 1413 (provato 29 ottobre 1432). Fu uomo de gran memoria, giusto e savio, amante della sua patria e molto considerato e stimato per il suo carattere e per l’alta posizione sociale ed economica della sua famiglia, che era una delle più illustri e potenti di Venezia. Egli ed i due fratelli viventi godevano tanta considerazione che avrebbero potuto, come scrive il Malipiero, essere tutti tre dosi per le so ottime condicion : sempre stimai, amadori del ben del Comun. Era chiamato il ricco per i cospicui mezzi finanziari di cui personalmente disponeva. Una costante tradizione asserisce che la famiglia Barbarigo venne da Trieste, ed altra che avrebbe nei primi tempi portato il cognome di Jubanica o Zubanica, ma i genealogisti cortigiani non si contentano di ciò e cercano di farla derivare dagli Emili Bartoli appartenenti alla gente Emilia di Roma ! Per adulazione sono giunti al punto di alterare un verso dell’Eneide, per far credere che Virgilio abbia parlato dei Barbarigo: « Barbadico (invece di Barbarico) postes auro spoliisque superbi » Riguardo all’origine del cognome, una romanzesca leggenda lo farebbe derivare dalle prodezze di un suo membro, di nome Arrigo, che dopo aver sconfitto i Saraceni si sarebbe fatta una collana delle barbe dei nemici uccisi ! Comunque sia, le barbe in numero di sei, come abbiamo visto, passarono nello stemma e furono alle volte oggetto di scherzi, come risulta da questi arguti versi: « Barbadico tuo sunt sex in sterminate barbae Nulla sed ex istis te facit esse virum ». I42 -