Francesco Foscari condogenito di Agamennone, re di Micene, e dalla gente Cornelia romana ! Prima di chiamarsi Mocenigo, cronache attendibili le at-tribuiscono i cognomi di Moncanizi o Moncianici e di Moysolini. Una carta del 1109 con il cognome Moncianici è ricordata da Flaminio Corner nelle Chiese Torcellane. Anche il suo principato, come il precedente di Michele Steno, fu molto movimentato e pieno di grandi avvenimenti. Venezia pose piede nel Trentino, occupando Rovereto, conquistò il Friuli, l’Istria, soggetta al patriarcato d’Aquileia, e il resto della Dalmazia e rintuzzò la baldanza turca. Prima di morire, fece un lungo e memorabile testamento politico, in cui descrive le floride condizioni in cui lasciava la Repubblica, dando consigli e avvertimenti per l’avvenire, anche in riguardo al suo successore, esplicitamente sconsigliando la nomina di Francesco Foscari, che considerava fatuo ed ambizioso, che non avrebbe pensato che alla guerra e che avrebbe immiserito lo Stato. Quanto avesse a cuore il prestigio e la gloria della sua patria dimostrò pagando un’ammenda di mille ducati per poter proporre la ricostruzione del palazzo ducale, che in passato era stata interdetta da una legge per le cattive condizioni del pubblico erario. Quando morì il 4 aprile del 1423 aveva raggiunto gli ottanta anni. Non prese moglie e lasciò solo, come risulta dal suo testamento, una figlia naturale di nome Margherita. Lasciamo per ora la chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo e entriamo in quella dei Frari, dove sorge nella cappella maggiore, a sinistra della meravigliosa Assunta del Tiziano, il bel monumento al doge Francesco Foscari, personaggio storico di primo ordine, che con le sue tragiche vicende ha ispirato un’opera musicale a Giuseppe Verdi e drammi e romanzi a lord Byron e ad altri letterati. Il sarcofago, che presenta nel prospetto tre riquadri, nei quali stanno scolpite in rilievo l’Abbondanza, la Fede e la Pietà, è so- no -