sulta dal testamento, il suo monumento sulla porta maggiore allo interno della chiesa di S. Marina. 11 sepolcro era assai bello, come osserva il Sansovino, che lo vide, e suntuosissimo per il molto oro con cui era ornato. Come fosse lo si rileva da un acquarello del Gre-vembroch nel quale apparisce per struttura molto simile a quello di Michele Morosini. In esso l’arca, riccamente scolpita, presentava nel prospetto, al centro, la Madonna col Bambino in trono e due statue di santi ai lati. Questa Madonna, dopo la sua distruzione, fu venduta, per quanto scrive il Cicogna, a Giovanni Rossi, il quale la collocò in una sua casa di campagna a S. Andrea di Barbarana nel Trevigiano e da lui passò al suo erede Andrea Giudici. I modi-ghoni di sostegno, che finiscono inferiormente con due mascheroni, presentano nella parte superiore lo stemma degli Steno ed hanno fra di essi la lapide con la iscrizione. Il doge riposa sull’arca, coi soliti cuscini sotto la testa ed ai piedi e la coltre funebre di cui si vedono apparire i lembi. Il cassone dell’arca, di mattoni cotti con rivestimento ed incrostazioni al di fuori di porfido, verde antico e d’altri marmi, è sormontato da un grandissimo arco gotico, appoggiato sopra due modiglioni nei quali si vedono pure scolpiti gli stemmi Steno in forma rotonda. Sull’arco, che è fiancheggiato da due campanili, nei quali stanno due statue di santi, spuntano nove fioroni, uno più grande al culmine ed otto laterali aventi nel centro i busti di altrettanti santi. Nel mezzo dell’ arco, in un medaglione in forma di croce, è scolpito l’Ecce Homo e sotto Varco, dietro la statua del doge, sono riprodotti in mosaico la Madonna seduta in trono col Bambino avente ai lati S. Michele e S. Marina, che le presentano inginocchiati il doge e la dogaressa. Il monumento rimase così fino all’anno 1756, in cui il parroco fi S. Marina, don Giovanni Dos, forse perchè l’oro se ne era in parte andato, lo fece turpemente, come scrive nei suoi Commemoriali il Giadenigo, dipingere ad olio ! Sui lati del monumento erano appese le chiavi dorate di Verona e di Padova, a ricordo della loro 104 -