Giovanni Soranzo a detta di qualcuno, della dignità procuratoria. Una cronaca attribuisce la sua nomina, più che ai meriti politici, alla pietà da lui dimostrata distribuendo pane ai prigionieri, che impressionò tanto gli elettori, che poterono vederlo da una finestra, che gli dettero subito il voto. Il suo breve dogado venne turbato da una rivolta di Zara e della Dalmazia. Era figlio di Matteo e di Maria e sposò Agnese, che non si sa a che famiglia appartenesse e dalla quale ebbe solo una figlia di nome Elena, a lui premorta. Non sembra avesse fratelli, ma solo una sorella di nome Zana, benché il Barbaro gliene attribuisca uno, che avrebbe continuata la casata. Il suo palazzo dominicale era situato a S. Giustina. Morì il 3 luglio 1312, circondato da una così grande aureola di santità, che, per impedire che il popolo non cercasse di disotterrarlo per lacerargli le vesti e dividersele col corpo a guisa di reliquie, fu tenuto celato il luogo della sua sepoltura. Anche nel testamento dimostrò la sua pietà, disponendo di tutta la sostanza per l’erezione e la dotazione di una chiesa e di un convento di domenicani, che sorse poi a Castello sotto il titolo di S. Domenico, e di un ospedale vicino al monastero dei Ss. Giovanni e Paolo per i bambini poveri. Lasciò arbitri i suoi commissari di seppellirlo nella nuova chiesa di S. Domenico od ai Ss. Giovanni e Paolo insieme alla dogaressa e assegnò uno strano legato ai frati consistente in una cassetta dipinta con stelle (capsellam pictam cum stellis). L’urna sepolcrale del doge Giovanni Soranzo, eletto il 13 luglio 1312 e morto il 31 dicembre 1328, si trova collocata in alto nel battistero di S. Marco. E’ un’opera scultoria di arte gotica veneziana senza iscrizione e col solo stemma di famiglia (trinciato d’oro e d’azzurro). Fu questi in verità uno dei grandi principi di Venezia, apparte- 74 '