V. DA ANTONIO GRIMANI AD ALVISE I MOCENIGO Del doge Antonio Grimani le ceneri sono andate disperse e la tomba venne distrutta nel 1807 con la demolizione della chiesa di S. Antonio di Castello, dove si trovavano. Dopo avvenuta la sua morte, non essendo ancora stata fatta ivi la sepoltura, venne prima provvisoriamente messo dai frati, come scrive il Sanudo, in un deposito coperto di scarlatto posto in alto nella cappella grande ed in seguito nella tomba dei Pisani dalla dolce, non lontana dalla statua e dal monumento del grande capitano Vettor, che ad essa appartenne, statua e monumento ora esistenti nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo. Ciò successe, cosa incredibile, ad insaputa del proprietario della tomba, Vettor Pisani di Giorgio, trovandosi allora questa chiusa soltanto da tavole coperte da quadri di pietra rossa e bianca, per essersi dovuto togliere la lapide infranta e corrosa dall’umidità. Il notevole è che mentre vi avevano deposto il doge, i frati non avevano voluto mettervi le salme del padre del detto Pisani e di tre suoi figli, che collocarono coi feretri nel chiostro in attesa del rifacimento della lapide, per l’apposizione della quale non si decidevano poi mai a dare l’autorizzazione! Ottenutala finalmente, il Pisani la fece rifare con lo stemma e l’iscrizione, come era prima, invitando il procuratore di S. Marco, Vettor Grimani, nipote del doge, a rimuovere il corpo, prima che fosse chiusa la sepoltura. Egli si limitò a rispondere che la chiudessero pure, Antonio Qritnani ' *53