addossato al muro di sinistra. Le tre arcate erano rette da quattro pilastri a doppie colonne nel piano inferiore e forati da nicchie con le statue dell’Angelo, dell’Annunziata, di S. Marco e di S. Agostino nel superiore. Avevano gli archivolti a cassettoni, e nei pennacchi estremi gli stemmi Barbarigo (d’argento alla banda d’azzurro caricata da tre leoni d’oro e accompagnata da sei barbe nere) e negli interni dei tondi di porfido e di verde antico. Le arcate erano pure ornate con tondi di porfido e verde antico, uno grande centrale accompagnato da cinque piccoli, che stavano in giro sotto l’arco. In quella di mezzo, nel tondo grande, era praticata una vetrata ed i piccoli erano invece quattro. Sotto la prima arcata si vedeva distesa sul cataletto, sostenuto dall’arca vagamente scolpita con ornati divisi in riquadri e ap-poggiata su tre modiglioni, la statua del doge Marco Barbarigo. La lapide con l’iscrizione in campo d’oro stava sotto e sovrastava il basamento. L’arcata centrale era occupata in basso da un altare dedicato alla Vergine Assunta, adorno di ricchi marmi lavorati, che costò ai Barbarigo cinquecento ducati. Davanti alla Madonna vi era una grata adorna di preziosi mezzirilievi in bronzo dorato, rappresentanti gli Apostoli in atto di mirare l’Assunzione di Maria Vergine e la sua incoronazione, lavoro attribuito a Tullio Lombardo, che Vincenzo Grimani, figlio del doge Antonio, fece fondere ed apporre nel 1515 con la spesa di trecento ducati. Egli regalò pure per ornamento dell’altare nelle feste tre lampade di bronzo dorato del valore di cento ducati, un'idria di porfido, una nave entro un vaso di cristallo ed un bacile di bronzo dorato e panni d’oro. L’interessamento di Vincenzo Grimani per la tomba dei Barbarigo è forse dovuto all’aver egli sposato una Soranzo, lontana parente della moglie di Agostino. A destra e a sinistra dell’altare stavano inginocchiate le statue dei dogi e sopra, in mezzo a due vetrate, un bassorilievo rappresentante Cristo risorto. Nella terza arcata sorgeva l’arca del doge Agostino perfettamente simile a quella del fratello in tutto il dispositivo con altra iscrizione. Ornamenti di tondi di porfido e di verde
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