dove sarebbe passata a Roma e poi a Padova, altri dalla gente Cassia romana e altri da Negroponte. Nei documenti notarili essa appa-risce a Venezia alla metà del milleduecento, mentre nelle cronache e in atti pubblici è ricordata già nel decimo secolo. Dopo aver compiuto gli studi aH’Università di Padova, entrò nella carriera pubblica, dove si distinse come rettore di importanti città dello Stato, come diplomatico, come magistrato, come membro del governo centrale, ottenendo molto presto la porpora procuratoria de ultra. Era colto e dotto, come prova il lascito di libri e scritture al convento di S. Salvatore, ma di fisico infelice, piccolo di statura e guercio. Si dice che in gioventù, essendo molto casto, abbia fatto tornare in convento una monaca, che gli si era offerta, e ne sia stato miracolosamente rimeritato con un cenno della testa di una statua di Cristo di legno. Il contrario di quello che sarebbe successo al doge Andrea Contarini ! S. Bernardino da Siena, che era suo intrinseco amico, gli predisse, mentre era podestà a Padova, un giorno a mensa che sarebbe diventato doge dopo la morte di Francesco Foscari. Non essendo stato eletto dopo la deposizione di questo, come sperava, cominciò a dubitare del presagio avuto, ma, ripensandoci meglio e considerando che il Santo aveva espressamente detto dopo la morte del Foscari, tornò ad aver fede nelle sue parole. E difatti il 12 maggio 1462, avendo oltre settantuno anni, dopo la morte di Pasquale Malipiero concorrendo con lui Marco Foscari, fu elevato al dogado. Tale predizione si vedeva rappresentata in un quadro esistente nel convento di S. Giobbe, dove sta ancora un suo ritratto, attribuito 3 Gentile Bellini. Insieme a lui sparisce ogni ricordo del governo democratico con la sostituzione definitiva negli atti pubblici della denominazione di Dominio o Signoria a quella di Comune Venetiarum. Il suo dogado dopo un breve scontro armato con Trieste venne funestato da una terribile e disastrosa guerra contro il Turco, che non ebbe termine che il 25 gennaio 1479, regnando il doge Giovanni 120 -