insignito del titolo di cavaliere, essendo andato a complimentare a nome del Senato nel suo passaggi per i veneti Stati l’infante Margherita, figlia di Filippo IV re di Spagna, che doveva sposare l’imperatore Leopoldo I. Quanto sia stata sfarzosa ed imponente si ha un’idea dalla descrizione che ci è rimasta. Fu quindi riformatore dello Studio di Padova ed ebbe varie cariche relative all’amministrazione militare e navale, alla Zecca e alla Provvision del denaro pubblico, ma non fece mai parte del Collegio perchè, arguivano i malevoli, non voleva sfigurare al confronto col padre. Era molto buono e caritatevole, disinteressato, religioso, di pronta intelligenza e di grata e sonora parola. Bianco di carnagione, aveva capelli biondi, occhi vivaci e penetranti e un’aria dolce, che conciliava gli animi. Ma in fondo il suo carattere era piuttosto bilioso c incline alla malinconia. Quando il padre stava morendo, egli che tanto lo amava e venerava, dovette assumersi il triste incarico di andargli ad annunziare la prossima fine! Molto lo considerava il Senato per il fare dignitoso ed imponente che aveva, col quale riuscì a farsi ricevere dall’imperatrice in piedi. Eccelleva pure per la notevole sostanza, che nella Redecima del 1661 appariva con oltre 4500 ducati di rendita, e per le cospicue parentele. Tutte queste qualità messe insieme, che lo rendevano molto decorativo ed accetto, benché non emergesse per veri e propri meriti e talenti, gli fecero raggiungere, il 25 febbraio 1694, il dogado. Con lui concorsero il procuratore Girolamo Basadonna e Andrea Erizzo. La sua nomina fu accolta da tutti con molto favore. Il popolo lo acclamò gridando: « Viva il padre dei poveri ». Oltre ad un’ingente quantità d’oro e d’argento gettata dal pozzo egli distribuì tanti sussidi da contentare tutti. Dopo la sua incoronazione ebbe luogo con grande pompa, in via affatto eccezionale, essendo proibita dalla legge del 1645, quella della moglie, donna di non comune intelligenza e tanto da lui considerata da affidare a lei sola l’esecuzione delle sue ultime volontà. Con lei si chiude la serie delle dogaresse incoronate. Di distinto ed 280 -