Chioggia, nella quale Venezia, unita a Bernabò Visconti duca di Milano ed al re di Cipro, riuscì a tenere testa con successo a Genova, al patriarca di Aquileia, al re d’Ungheria e al Da Carrara, che aveva ripreso le armi contro di essa. In quest’ultima il doge, benché contasse già settantadue anni, ebbe una parte preponderatissima e gloriosa. Morì in seguito a lunga infermità il 5 giugno 1382, dopo aver veduto il completo trionfo della sua patria. Sembra sia stato il primo doge che venisse commemorato solennemente dopo la morte con un elogio funebre, che venne recitato da Antonio Contarini, arcivescovo di Candia. A ricordo dei suoi alti meriti venne collocato il suo stemma di pietra o secondo altri una statua pedestre con iscrizione nella sala del Maggior Consiglio sopra la sedia ducale. La moglie, Costanza Morosini, lo precedette di due anni circa nella tomba. Da essa ebbe due figli, Paolino e Bertucci e due figlie, Contarina, moglie di Tommasino Giustinian, ed Antonia, moglie di Maffeo Gradenigo. Secondo il Barbaro avrebbe avuto altri due figli, Domenico e Francesco. Lasciò pure un figlio naturale, di nome Marino, frutto di illegittimo amore della sua prima gioventù scapestrata ! Sontuoso è il monumento eretto al doge Michele Morosini, a sinistra dell’altare della cappella maggiore dei Ss. Giovanni e Paolo. La statua giace distesa sulla coltre funebre posata sull’urna con un cuscino sotto la testa ed uno ai piedi al di sotto di un grande arco acuto. Nel prospetto di questo si vedono S. Marco e il re David, lavorati a mosaico, e nel mezzo a rilievo il Padre Eterno sormontato da un angelo in mosaico. Fra 1 sei fogliami, che sormontano l’arco, vi sono piccoli busti di santi e sulla cima 1 arcangelo Michele. Ai lati della bara stanno due piccole statue di angeli con l’incensiere e il secchiello dell’acqua santa. Nel mosaico, dietro il doge disteso, vi è Cristo in croce con vicino la Madonna e S. G10- ' 97 Michele Morosini