gente Calpurnia di cui sarebbe stato capostipite nientemeno che Cai-purnio figlio di Numa Pompilio ! Secondo gli antichi cronisti la famiglia Pisani, a cui appartenne il grande ammiraglio Vettor, estin-tasi al principio del sec. XVIII, sarebbe stata una propaggine di una famiglia comitale di Pisa, mentre le altre famiglie Pisani deriverebbero invece tutte da una famiglia di pellicciai, ascritta al Maggior Consiglio durante il dogado di Pietro Gradenigo. Negli atti notarili veneziani il cognome Pisani apparisce il 28 febbraio 1228. Il doge, che nacque, il 10 gennaio 1664, terzogenito di sei maschi da Gian Francesco e da Paolina Contarini nipote del doge Carlo, apparteneva al dovizioso ramo celebre nel sec. XVIII per il regale palazzo a S. Vitale e per la villa non meno sontuosa di Strà. Lo stemma che portava era troncato d’azzurro e d’argento al leone dell’uno all’altro. Quanto fosse ricco lo dimostra la Redecima del 1740 in cui il doge ed i fratelli dichiararono di possedere oltre 32026 ducati di rendita. Egli sposò Elena Badoer della grande e ritea famiglia di S. Moisè, morta il 3 marzo 1729, dalla quale gli vennero procreati quattro figli, Almorò I, Almorò II che sposò Elisabetta Correr del ramo di Riva di Biagio, Almorò III, tenuto al fonte battesimale dal re di Francia Luigi XIV e che sposò Paolina Gambara, e Almorò IV. Entrato nella vita pubblica si avviò in principio alla carriera diplomatica, nella quale ottenne, secondo la consuetudine, la dignità di cavaliere dallo stesso re Luigi XIV, che lo annoverò tra i suoi amici. Quindi coprì in patria importanti uffici e più volte fu alia direzione della cosa pubblica come savio del Consiglio, dando sempre buona prova per la sua rettitudine e prudenza. Benché non eccellesse per grande mente ed ingegno, non gli si può negare una certa abilità nel trattare gli affari di Stato, che dimostrò specialmente come ambasciatore. Inoltre aveva tutto per piacere in quel tempo, bellezza della persona, voce simpatica, maniere gentili, liberalità d’animo e vivo sentimento di religione. Si dimostrò - 295