IV. DA PASQUALE MALIPIERO A LEONARDO LOREDAN Il successore di Francesco Foscari, Pasquale Malipiero, uomo mediocre in confronto, riposa in un grandioso e bel monumento ai Ss. Giovanni e Paolo. Sotto un architrave marmoreo, retto da due pilastri, che poggiano sopra un piano sorretto da tre modiglioni, sta l’arca, sostenuta da due grifi e da una conchiglia alata. Su di essa sta la statua del doge distesa, sormontata dal baldacchino che ne copre i fianchi fino al piano di appoggio. Il baldacchino, che comparisce per l’ultima volta nei monumenti dogali, è meno grandioso dei precedenti e fa l’effetto, per la grande profondità della volta, tappezzata a variate strisce di marmo, di stare in una ricca stanza. Nell’arco che sovrasta all’architrave si vede il Redentore morto in mezzo a due angeli e sul vertice di esso, sopra due ricci architettonici, la statua della Giustizia. Nei due estremi della cornice dell’architrave, sopra un riccio ciascuna, si ergono le statue della Pace e dell’Abbondanza. A destra e a sinistra della Giustizia stanno sul muro due medaglioni rotondi, con nel centro il leone di S. Marco in mo-leca e, sotto di essi, gli stemmi della famiglia Malipiero (d’argento al mezzo volo destro spiegato di nero e sostenuto da un artiglio del medesimo), sormontati dal corno ducale. Il mezzo volo di questo stemma, figurante quasi una mano, aveva fatto nascere il curioso modo di dire « dar l’arma dei Malipiero » per « dare uno schiaffo ». L’arco, i pilastri, i modiglioni e la lastra di marmo, su cui questi ultimi stanno Pasquale Malipiero - 117