apostoli S. Pietro e Paolo e nelle estreme quelle di due angeli con la face in mano. Delle tre prime più considerate artisticamente sono la Madonna e S. Pietro e meno S. Paolo e gli angeli. Tutte quante vengono generalmente attribuite alla scuola di Nino Pisano, ma ;n realtà non possono attribuirsi a lui, perchè alla morte del doge, avvenuta il 13 gennaio 1368, il Pisano non era più al mondo. L’arca, tutta ad ornati scolpiti, è terminata ai lati da due colonnine. 11 doge ha la testa distesa su un cuscino e sta sopra una coltre funebre, di cui si vedono uscire i lembi, terminata ai piedi da un altro cuscino. Sui modiglioni, che lo sostengono, sta scolpito lo stemma Corner partito d’oro e d’azzurro. Secondo il Fogolari, mancherebbe la parte del monumento, che unisce il letto di morte all’altare, che doveva rendere l’insieme più grandioso. Il Sanudo afferma che non aveva epitafio e cosi deve essere sempre stato. E non è vero quanto scrive il Soravia che la lapide in cui era scritto fu spezzata quando vi venne collocato vicino, al principio dell’Ottocento, il mausoleo del doge Vendramin. L’epi-tafio, che egli riporta, scritto da frate Sisto De Medici, autore di altri esistenti nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo, non vi fu mai apposto. Il monumento venne eretto per espresso volere del doge, manifestato nel testamento, nel quale ordinò che il suo corpo venisse sepolto in luogo conveniente e decoroso nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo o in quella di S. Maria dei Frari, in un’arca onorevole in cui potesse riposare insieme alla dogaressa sua moglie. Che anch’essa vi sia stata effettivamente deposta non si può con sicurezza affermare, ma è possibile, perchè in tutti i suoi testamenti esprime il desiderio di essere racchiusa nell’urna del marito. Un busto del doge, in marmo, opera del secolo XVIII, si trova nella cappella Corner a S. Nicolò da Tolentino, della quale parlerò a suo tempo. Marco Corner, quando fu eletto doge il 21 luglio 1365, aveva ' 93