Il doge Francesco Molm è sepolto nel chiostro del convento di S. Stefano, a sinistra della porta della chiesa dentro il barocco cassone marmoreo sostenuto da mensole, in cui giace suo fratello Domenico, noto scrittore e uomo di Stato. Il cassone, che ha sul davanti una ampollosa iscrizione, fatta incidere in suo onore dal doge mentre era ancora procuratore di S. Marco, è limitato sotto da una cornice scolpita ad ornati ed è chiuso sopra da un coper-chio da cui si eleva fra due vasi il busto del detto Domenico, collocato in una piccola nicchia a conchiglia. Un piccolo stemma Mo-lin, d’azzurro alla ruota di molino d’oro, è scolpito sul coperchio sotto il busto. Esso venne costruito per ordine di Domenico, il quale stabilì nel testamento, del 28 luglio 1620, che fosse collocato sotto un altro cassone contenente le ossa di Paolo di Filippo Molin di S. Basilio suo ascendente morto nel sec. XIV. Questo sorgeva a destra della porta della chiesa, dove ora si vede uno stemma Molin con una lapide, che ricorda che le ceneri in esso esistenti dopo la sua distruzione, avvenuta probabilmente durante i lavori di restauro del chiostro fra il 1665 e il 1680, vennero sepolte dai frati per intervento della famiglia Molin nella seconda cappella di sinistra. Ma non essendovi sotto, come chiaro apparisce, spazio sufficiente, fu collocato invece a sinistra, dove ora si vede. Domenico, come risulta dal testamento, avrebbe voluto che qualora anche al doge fosse piaciuto di riposare insieme a lui nell’urna, vi fosse incisa « una poca et modesta memoria » di tutti e due. Invece, essendosi questi semplicemente limitato ad ordinare di essere deposto nella tomba col fratello, gli eredi, parenti lontanissimi, non si curarono di cambiare l’iscrizione, perchè vi fosse anch’egli ricordato. Francesco Zanotto erroneamente afferma che fu invece seppellito nel cassone demolito. Francesco Molin, nato il 21 aprile 1575 da Marino e da Paola Barbarigo, discendente dai due dogi, fu il secondogenito di tre fratelli, dei quali uno, di nome Giovanni, morto fanciullo. Apparteneva a quel ramo che aveva la casa dominicale a S. Agnese facente parte Francesco Molin - 239