angelo a mosaico in campo d’oro, la statua di marmo del doge distesa sull’urna, col manto ed il corno ducale, un dì pure lavorati ad oro. Ha la testa ed il busto un poco sollevati con l’appoggio del braccio destro, posa comune nei monumenti funebri romani, ma che qui fcrse vuol rappresentare, come in quello del Cicogna, il morto in attesa dello squillo di tromba dell’angelo, che annuncia la Resurrezione. L’urna, ornata nel centro da una testa alata di bronzo e tenuta alta e fasciata da due sostegni, poggia su una mensola sostenuta da due cariatidi. Fra le cariatidi incorniciato di marmo sta un bassorilievo di bronzo rappresentante l’incoronazione del doge con sotto una iscrizione. Nella parte destra del monumento, egualmente ornata e disposta, giace invece nella stessa posa e su una consimile urna da-vanti alla nicchia, pure a fondo di mosaico rappresentante un angelo in campo d’oro, la statua della dogaressa, un dì anche dorata, che sovrasta un bassorilievo di bronzo rappresentante la presentazione della Rosa d’oro, donatale dal papa Clemente Vili, che ha anche sotto una iscrizione. L’attico ha nella parte centrale un rilievo incorniciato di marmo rappresentante la Madonna col Bambino seduta in trono con a destra il doge e a sinistra la dogaressa inginocchiati in atto di adorazione. Sul doge e sulla dogaressa svolazzano due an-geli con corone d’alloro in mano, mentre altri due più piccoli svolazzano attorno alle colonne, che limitano il trono. Anche questo era in passato molto più appariscente per le dorature di cui era adorno. Nella sezione laterale destra dell’attico campeggia lo stemma Gri-mani sovrapposto ad un trofeo d’armi e sormontato da una testa d’angelo e dal corno ducale e nella sinistra uno stemma con le insegna Grimani e Morosini dalia banda pure col corno ducale, stemmi un tempo dorati e dipinti. Il monumento venne innalzato, vivente il doge, negli anni 1599-1604, con la spesa complessiva di ducati 5865.4.12. Per dargli luogo si dovette spostare l’altare eretto dal pittore Perasio. La parte architettonica è generalmente attribuita a Vincenzo Scamozzi, mentre invece dai conti esistenti nell’archivio 202 -