seimila messe in suo suffragio entro tre mesi ! Viceversa non si mostra troppo splendido nei lasciti e nelle beneficenze. Piena di se era pure la sua famiglia, che in certi casi volle quasi considerarsi al di sopra della legge. Morto il Giustinian fu all’ unanimità eletto doge, il 3 aprile 1688, mentre si trovava al comando delle venete armi in Morea, che tenne ancora per circa un anno, finche non si ammalò a Malvasia. Non concorse nel conclave che Silvestro Valier, cavaliere e procuratore. Anche a lui non perdonò la satira e dopo eletto corsero gli anagrammi col suo nome: Così mercansi onori. Conferiscono l’Armi. Così fermasi il corno. Al suo ritorno (11 gennaio 1690) venne accolto solennemente al Lido, da dove col Bucintoro fu trasportato alla piazzetta di San Marco in mezzo ad un formicolio di imbarcazioni d’ogni genere, mentre tuonavano le artiglierie, suonavano le campane e ogni genere di strumenti musicali. Qui sceso, dopo consegnato ad un segretario, il bastone di comando, si avviò verso il palazzo ducale, passando sotto un grandioso arco di trionfo, fiancheggiato da due maestose fontane, che gettavano vino. Venne quindi incoronato doge in mezzo agli applausi di una innumerevole folla, che rendeva impossibile la circolazione. Dopo lasciata l’Armata l’intrapresa conquista cominciò a languire per l’imperizia dei generali a lui succeduti. Fu perciò officiato a riprendere il comando, che assunse il 24 maggio 1693 col solito cerimoniale in chiesa di S. Marco dove fu benedetto il suo stendardo. Fece quindi un giro fra una immensa folla per la piazza di San Marco straordinariamente ornata con archi trionfali. Il giorno dopo raggiunse col Bucintoro al Lido la galera generalizia, facendo molto parlare di se per aver tenuto sempre in mano il bastone di comando, atto considerato non corretto in una Repubblica. La sua salute, dopo - 273