doge ; tomaso mocenigó.	33
     76.	— 1421, ind. XIV, Aprile IO. — c. 49 (47). — Il doge fa sapere al bailo e capitano ed ai consiglieri di Negroponte, ai loro successori, e a tutti gli altri rettori ed uffiziali : Acquistato dalla Signoria veneta il castello di Caristo coll’ ¡strumento riferito al n. 151 del libro VI (che si riporta — qui fra i testimoni comparisce Vitale de Tabui da Mantova, in luogo di Vitale de'Calvi e nella sottoscrizione Vitale de Talvi) ; il Senato con deliberazione del 27 Gennaio 1384 (m. v.), per la decadenza di quel luogo dal quale emigravano in gran parte gli abitanti, ordinò fosse eretto in feudo e venduto all’ incanto ; e successivamente con deliberazione
24	Marzo 1386 fu in fatto conferito in detta qualità di feudo ai nobili Michele, Andrea e Giovanni fratelli Giustiniani, per 1. 50, s. 12 di grossi 1’ anno, ridotte poi a
30,	s. 35. Morti ora i detti fratelli, e volgendo sempre più a rovina il castello, il Senato permise, con decreto 26 Agosto 1406, che il feudo venisse dagli eredi dei Giustiniani ceduto a Nicolò Giorgio fratello del marchese di Bodonitza, ed il Maggior Consiglio, il 28 Maggio 1416, acconsenti a ridurre il canone annuo dovuto dal cessionario a 250 ducati. Ora poi cresciuto il valore del ducato da soldi 90 in 100 a 140, il Maggior Consiglio aderì a portare il mentovato canone a perperi 1200 da
25	soldi l’uno ; e perciò si ordina ai detti rettori di uniformarsi a tale disposizione.
—	Con bolla d’ oro.
     Dato nel palazzo ducale di Venezia.
    77.	— 1421, ind. XIV, Aprile 24. — c. 71 (69). — Francesco Leoni e Jacopo Barbarigo inviati dalla Signoria a provvedere sopra le acque, ad istanza del comune di Montagnana, onde ad ovviare alle frequenti innondazioni causate dal Fras-sine ; visti il corso di quel fiume, la fossa Bandezata e quella delle Bìgese ; uditi : Rambaldo Capodivacca, Pietro Zabarella, Rolando de Grampo, pel comune di Padova ; Gabriele del fu Jacopo Verità e Nicola del fu Girolamo Bonavere pel comune di Verona ; Ernesto del fu Galeotto di Bevilacqua pel castello di Bevilacqua; Antonio Guanterio, Bartolomeo de Benendritto notaio, ed Antonio de Guarino pel comune di Porto (Legnago) ; Gianfrancesco notaio e Bartolomeo de’ Gastaldi pel comune di Cologna ; Bartolameo Michele pel comune dì Castelbaldo ; consultato mastro Pizzino del fu Giovanni da Bergamo ingegnere della Signoria ; decretano : L’ alveo del Frassine resti qual è, nè se ne possano scaricare le piene per la fossa Bandezata, la quale resti pure nella condizione presente.
    Fatta in Montagnana, sotto la loggia publica. — Testimoni : Secondo Pesaro ivi podestà, Egidio da Cremona suo cancelliere, mastro Pizzino da Bergamo suddetto, Giovanni di Daniele Salvatore da Venezia. — Approvata dai rappresentanti di Verona, di Porto (Legnago) e dal Bevilacqua, con riserva dei diritti rispettivi sui detti corsi d’ acqua, e così pure dai rappresentanti di Padova, con pari riserva.
—	Atti Giandomenico dal Ferro not. imp. e scriv. due.
    78.	■— 1421, ind. XIV, Aprile 28. — c. 48 (46). — Il doge ad Antonio dalle Boccole conte a Cattaro, a’ costui successori e a tutti i rettori di quella città. Comunica le seguenti risposte date ad istanze (che si espongono in dialetto) fatte da Nicola de’ Glavati, Paolo Bucchia e Michele de Pellegrina, nobili e rappresentanti
COMMEMORIALI, TOMO IV,	B