50 COMMEMORIALI, LIBRO XI. nei territorii della Signoria. I monaci di S. Arcangelo godranno di tutti i lor beni, trattane Goragna data ai Poprati. Gli accusati di fellonia saran posti a confronto cogli accusatori, e quelli e questi spediti a Venezia. Non saranno sequestrati animali o grascie condotti a Dulcigno da quei cittadini. Venezia non darà ad altri Dulcigno, in ogni caso la porrà in piena libertà. Saranno vietati i tornesi (moneta). Il dazio del vino sarà conservato nell’antica misura. Restano in vigore le sentenze fatte in passato dai giudici locali. Niun dulcignotto sia molestato per aver avuto dal signor Balsa cose tolte a veneziani o ad altri mentre era in guerra con Venezia. Sono confermati i confini del territorio di Dulcigno, che si descrivono. Al monastero di S. Nicolò siano conservate le sue giurisdizioni, gli uomini che gli appartengono non possano comprare che vini di Dulcigno. A quel comune sono conservati i diritti di boschi ed acque. Dabisino de Vith ed eredi non siano molestati, solo non potrà recarsi nei distretti di Scutari e di Drivasto. Non sarà molestato Jacopo da Siena, l dulcignoti potranno godere, senza pagar dazio, d’ogni cosa importata in quella terra per tre anni, e più se piacerà alla Signoria ; sarà sospeso il pagamento dei debiti di quei cittadini per un anno, e più come sopra. Dome de Susi sarà conservato nella sua paga alla porta. Quelli che ebbero cavalli ed altri animali dal signor Stefano, potranno conservarli. Don Jacopo de Marcozo de Luxe sarà conservato nelle sue giurisdizioni sulla chiesa di S. Giorgio della Boiana. II conte di Scutari pronunzierà in appello sulle sentenze di quello e dei giudici di Dulcigno. Si annulla carta d’obbligo di fedeltà fatta da Zive de Mladussi al signor Balsa. I dulcignotti non saranno molestati pel frumento tolto a Nicola Senta d’ordine del Balsa. Così pure per certo frumento tolto a Nicola Senta d’ordine del Balsa. E nemmeno per certo frumento tolto (a (veneziani?) d’ordine di Biagio Malipiero già capitano di quella terra. Il vino non pagherà dazio alla dogana delle Grazie. Si restituiranno i beni ai singoli proprietari che dimostreranno i loro diritti, tranne i confiscati o dati ad altri per debiti o per fellonia. Nessun Albanese potrà piantar nuove vigne nel territorio di Dulcigno. La confraternita di S. Maria di Dulcigno conservi la sua villa di Scimiri. La galeotta e le barche dei signori anteriori sieno donate a quel comune. Scritto da Vittore di Vittore cancelliere del Dandolo. 132. — 1423, ind. I, Giugno 23. — c. 53 (51) t.° — Il doge Francesco Fo-scari, in virtù del decreto del Maggior Consiglio 3 luglio 1302 e della terminazione del Consiglio minore 14 settembre 1407 (v. n. 58 del libro X) aumenta di 40 due. d’oro l’anno lo stipendio del primicerio di S. Marco Nicolò del Corso. 133. — 1423, ind. I, Agosto 12. — c. 114 (112) t.° — A terminare le guerre che turbavano l’Albania e la Dalmazia, Francesco Bembo capitano generale in Golfo, procuratore del doge e della Signoria di Venezia, e il signor Giorgio del fu Vulco (Wkovich Brancovich) procuratore di Stefano despoto duca di Rascia, pattuiscono (i seguenti articoli sono in volgare): Venezia possederà Scutari con tutto il suo distretto, trattone il territorio tenuto da Andrea Humoc, nella montagna con 100 case di villani, il quale sia amministrato da Radosano voivoda di Drivasto