64 COMMEMORALI, LIBRO XI. 192. — 1425, ind. IV, Novembre 29. — c. 139 (141)- — Il doge ai podestà, capitani ed altri ufficiali di Padova e del Padovano. Approva il contratto col quale Giorgio Cornaro già podestà e Jacopo Trevisano già capitano a Padova diedero in appalto, per due anni dal 1 Gennaio 1426, a Prosdocimo da Treviso i dazi del boccatico e dei carri in tutto il territorio padovano. Le condizioni sono esposte in volgare : L’appaltatore pagherà alla Signoria ciascun anno una somma eguale al prodotto dei detti dazi nel 1424 e nel 1425, restando a carico di quella le spese di riscossione. L’utile netto sarà diviso dall’appaltatore colla Signoria. Esso darà malleveria di 500 due. di 4 in 4 mesi. Le spese per la riscossione non usate in passato, e che 1’ appaltatore introducesse, saranno pagate per metà dalla Signoria sull’ utile netto, in quanto ne risulti. La pena di soldi 2 per lira sulle rate non pagate in tempo non andrà a carico dell’ appaltatore, ma dell’ ufficiale veneto delegato a quei dazi. L’ appaltatore abbia facoltà di esaminare le slrate (entrate o estratti ?) degli anni 1424 e 1425, e quelle fatte (sic) da Bertuccio Civrano e Francesco Cavagnolo, pel dazio del boccatico. E così di esaminare le carte dei gabellieri alle porte per riscontrarvi il grano portato dai terrieri a macinare. Chiunque avesse tentato frodare il dazio del boccatico pagherà per tutte le bocche non denunziate. Data nel palazzo ducale di Venezia. 193. — 1425, ind. IV, Novembre 29. — c. 177 (180) t.° — I priori delle arti e il gonfaloniere di giustizia dal popolo e del comune di Firenze, coi gonfalonieri delle società del popolo, e i 1£ buoni uomini capitani di parte guelfa, gli otto di custodia, i sei consiglieri della mercanzia coi 21 consoli, decretano che i dieci di balia del detto comune possano concludere trattato di lega col doge e comune di Venezia e cogli alleati di questo a tutela della libertà d’Italia (v. n. 191 e 195). Fatto nel palazzo del popolo di Firenze. — Testimoni : Bernardo priore dell’ospizio di S. Gallo, frate Antonio di Giovanni converso nel monastero di S. Salvatore di Settimo, Pietro di Francesco Tieri e Paolo di Cino di Jacopo, ambi notai. — Atti Martino di Luca di Martino da Firenze not. imp. e scriv. alle riformazioni (v. n. 194). 194. — 1425, ind. IV, Novembre 29. — c. 178 (LSI). — I priori delle arti e il gonfaloniere di giustizia attestano la legalità del notaio che sottoscrisse il documento precedente. Dato a Firenze. 195. — 1425, ind. IV, Novembre 29. — c. 178 (182) t.° — I dieci di balìa del comune di Firenze nominati nel n. 191, meno Giovanni Gianfigliazzi assente, in seguito alla deliberazione riferita sotto il n. 193, confermano ai procuratori pur nominati nel n. 191 i poteri lor conferiti con quell’atto (v. n. 197). Fatto nel palazzo del popolo di Firenze. — Testimoni: ser Paolo di ser Landò Fortini cancelliere del comune e dell’ uffizio di balìa, Giovanni di Jacopo