28 COMMEMORALI, LIBRO XI. Fatto nella stanza del duca nel castello di Porta Giovia in Milano. — Testimoni : Antonio del fu Briololo de’ Bossi consigliere, Corradino del fu Tommaso da Vimercate e Giannino di Stefano Riccio, ambi secretari del duca. — Atti Catalano del fu Franceschino de’ Cristiani da Pavia notaio imp. e segretario del duca. 59. — 1420, ind. XIV, Ottobre 19. — c. 40 (38) t.° — Il doge al luogo-tenente in Friuli. Avendo oratori del comune di Aquileia chiesto dichiarazioni e modificazioni alle concessioni fatte nel n. 52, il doge dichiara : dovere restar fermo quanto fu stabilito relativamente alla parte dei dazi e diritti devoluta allo stato ; poter essere il canovaro obbligato a mostrare i suoi conti solo pel tempo anteriore all’ acquisto per parte di Venezia ; vista la povertà di quel comune, fu annullato un antico debito che il medesimo teneva verso il patriarca e quindi verso lo stato, debito pel quale il patriarca aveva già sequestrato tutti gli animali dei comunisti ; questi poi pagheranno puntualmente quanto devono dal giorno della loro dedizione a Venezia. Data come il n. 55. 60. — 1420, ind. XIV, Ottobre 22. — c. 45 (43). — Il doge fa sapere che alle istanze di Michele Crancovich e Cipriano Carini, oratori del comune di Brazza, rispose : Venezia manterrà quell’ isola senza farvi novità. Vi saranno conservati gli antichi statuti e consuetudini. Quel comune potrà eleggersi il conte fra i cittadini o sudditi veneziani. Quegl’ isolani saranno trattati come gli altri dalmati. Le cause civili siano tutte giudicate in prima istanza in Brazza. I brazzani non dovranno maggiori prestazioni degli altri dalmati ; riguardo al commercio del sale saranno pure trattati come gli altri dalmati, e cosi anche relativamente ad altri generi di commercio. Non sarà permesso ai nemici o debitori di quegli abitanti por dimora nell’ isola. Gl’ isolani potranno comprare grano in ogni luogo veneto della Dalmazia. Il reddito del trentesimo di quest’ anno sia speso nella riparazione del palazzo publico. Se alcuno offenderà il comune di Brazza, questo si rivolga ai rettori della Dalmazia e al capitano in Golfo, che avranno ordine di proteggerlo. È annullato il sequestro posto dal capitano generale Pietro Loredano su 24 due. d’ oro, prodotto del trentesimo nell’ anno scorso. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. 61. — 1420, Novembre 14. — c. 42 (40). — Gian Francesco Gonzaga vicario imperiale in Mantova risponde a lettere del doge : non sono fondati i lagni fatti da quelli che trasportando grano da Bréscello a Venezia pretesero d’ essere stati gravati in Mantova d’insoliti dazi. Nell’ appalto quinquennale di alcuni dazi in detta città, il Gonzaga limitò a un ducato per moggio al massimo il diritto da esigere sui grani passanti dalla Lombardia verso Venezia ; nè di più pagarono anche ultimamente alcuni veronesi ; del resto farà in modo che i veneziani non abbiano mai a lagnarsi. Data a Mantova.